Genova, 27 febbraio 2023 – Crescono i bisogni di cura dei malati oncologici, da una parte, dall’altra la cronicizzazione delle malattie neoplastiche, come conseguenza soprattutto della introduzione di nuove terapie, ha come effetto il prolungamento del percorso di cura del paziente e la necessità di ripensare l’organizzazione rispetto a modalità e luoghi di cura. A questo si aggiunge la carenza di personale anche tra gli oncologi medici che comporta profondi ripensamenti che prevedono la valorizzazione di figure professionali, del medico di famiglia e l’infermiere di comunità, e una diversa distribuzione dei compiti tra hub and spokes.
Queste sono le grandi sfide dell’Oncologia, ambito in cui diventano sempre più impellenti una “oncologia territoriale” e un nuovo dialogo tra ospedale e territorio che si traduca nel nuovo modello “hub and comprehensive cancer centers network”, che in una regione come la Liguria è più adatto alle sue caratteristiche geografiche e alle risorse disponibili. Di fronte a tutto, però, serve anche fortificare la prevenzione, intesa come adozione di stili di vita idonei e come attenzione alla diagnosi precoce, pilastro fondamentale per una società informata e consapevole.
Per fare chiarezza su questi aspetti si apre nella sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Genova il convegno dal titolo “IL FUTURO DELL’ONCOLOGIA. Nuovi bisogni socio-assistenziali. La risposta di ospedale e territorio”, organizzato da Motore Sanità con il patrocinio di Regione Liguria, A.Li.Sa., ALS1, Ordine Provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Genova e Ospedale Policlinico “San Martino”.
La Regione Liguria può contare su una buona rete per l’assistenza oncologica, come comprovato dai tassi di sopravvivenza a 5 anni, tra i migliori in Europa. Essa è composta dal Policlinico “San Martino” (con riconoscimento IRCCS per l’Oncologia) e dalla Rete oncologica regionale (incorporata nel Diar Oncoematologia di A.Li.Sa.); questa rete assicura una omogenea e diffusa erogazione delle terapie diffuse. Ma, come detto le sfide sono tante.
“Il Diar oncologico di Alisa è stato uno strumento di grandissima efficacia durante il Covid riuscendo a garantire le risposte appropriate nonostante i periodi complicati vissuti nel periodo della pandemia – spiega Filippo Ansaldi, Direttore Generale A.Li.Sa. Regione Liguria -. Questo convegno vuole dare nuova linfa alla programmazione nel prossimo biennio, rinforzando i rapporti all’interno del dipartimento interaziendale regionale. Questo ci consentirà di dare le risposte ai nuovi bisogni dei pazienti oncologici che sono destinati ad aumentare ancora nei prossimi anni: da una parte l’invecchiamento della popolazione, dall’altra la possibilità di utilizzare terapie sempre meno invasive sono elementi che caratterizzeranno le cure e modificheranno le stesse necessità dei pazienti. Per questo ci apprestiamo a rinforzare ulteriormente la rete regionale in grado di dare risposte omogenee in tutto il territorio”.
“Un disegno innovativo di rete deve andare oltre il classico modello “hub and spoke” e puntare su un modello “hub and comprehensive cancer centers network”, più adatto alle caratteristiche geografiche della Liguria e alle risorse disponibili – spiega Paolo Pronzato, Direttore dell’Oncologia Medica dell’IRCCS San Martino di Genova e Coordinatore DIAR Oncoematologia della Regione Liguria -. In questa visione, l’hub svolge attività specifiche di diagnostica molecolare avanzata, le sperimentazioni cliniche di fase I, la chirurgia specialistica, il coordinamento delle attività formative e scientifiche; la Rete di Comprehensive Cancer Centers garantisce l’assistenza (soprattutto per le neoplasie ad elevata incidenza) in tutte le aree; è anche compito della Rete offrire la capillare diffusione di centri di accesso alle cure, individuare i luoghi di cura più adatti per i vari passaggi dei Pdta, promuovere e organizzare il trasferimento dei pazienti, del materiale biologico o dei dati da un nodo all’altro, a seconda dell’area di interesse e delle competenze riconosciute e certificate”. Secondo Paolo Pronzato “tutto questo può essere ottenuto con la produzione e l’implementazione di percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (PDTA) regionali e la realizzazione di raccomandazioni cliniche regionali sul buon uso di farmaci e tecnologie, e avendo come riferimento culturale i quattro pilastri dell’oncologia moderna: l’organizzazione in rete, la medicina di precisione, l’approccio multidisciplinare, le cure palliative precoci e simultanee”.