28 ottobre 2020 – Con la ripresa dei contagi da Covid-19, oltre alle esperienze cliniche e terapeutiche acquisite sono indispensabili i test sia mediante tampone sia sierologici più precisi, specifici e sensibili e più rapidi nell’esecuzione e nella risposta. Il test molecolare con tampone naso-faringeo dovrebbe essere fatto al soggetto sospetto il più precocemente possibile alla comparsa dei primi sintomi mentre il test sierologico è utile per scoprire l’andamento anticorpale, identificare potenziali donatori di siero terapeutico, definire il tasso di letalità, diffusione geografica e nelle diverse fasce di età. I test molecolari e sierologici disponibili a breve sul mercato garantiranno risposte sempre più rapide per contenere la diffusione del virus nella speranza che al più presto venga reso disponibile un vaccino sicuro ed efficace capace di eradicarlo definitivamente. Per fare il punto della situazione, Mondosanità ha organizzato il webinar ‘I TEST SIEROLOGICI PER LA DIAGNOSI DI COVID-19 ESPERTI A CONFRONTO’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Roche e Lifebrain.
“I test sierologici rilevano la presenza nel sangue di anticorpi eventualmente sviluppati da chi è entrato a contatto con il virus. La cinetica degli RNA e degli anticorpi dopo aver contratto l’infezione da Sars-Cov2 non è la stessa: l’ RNA è dosabile da subito, presente anche in soggetti asintomatici, mentre le IgM, gli anticorpi indicativi di una infezione in corso, risultano dosabili verso il 7° giorno; dal 14°giorno in poi comincia la produzione delle IgG, le immunoglobuline deputate ad una risposta immunitaria più duratura e indicative di una infezione pregressa, le quali, poi, persisteranno nel tempo mentre le IgM scenderanno dal 21° giorno. I test sierologici possono essere di due tipi: uno basato sul prelievo di qualche ml di sangue e l’altro basato sull’utilizzo di una goccia di sangue, meglio noto come pungi dito. Attualmente nessuno dei due ha valore diagnostico, in caso di positività è sempre necessario effettuare un tampone molecolare. Ma è importante continuare la loro messa a punto, la loro sperimentazione, identificare un test sierologico altamente sensibile è una ulteriore arma per sconfiggere il virus, data la rapidità di risposta ed il facile utilizzo, ad esempio nelle scuole”, ha spiegato Antonio Giordano, Dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena e direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University di Philadelphia
“Fermo restando che il Gold Standard per la diagnosi di SARS-CoV-2 è il test molecolare o tampone, che ricerca direttamente l’RNA del virus con tecniche di biologia molecolare (Reverse Real-Time PCR), il test sierologico, che non ricerca il virus ma ci dice se un soggetto è entrato a contatto in tempi più o meno recenti con esso, rimane uno strumento molto utile per lo screening e la valutazione epidemiologica dell’immunità al Covid-19 per determinate fasce di popolazione o categorie professionali”, ha dichiarato Graziella Calugi, Chief Medical Officer Gruppo Lifebrain
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