Novità interessante sul tumore del polmone, pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Breath Research uno Studio effettuato dalla Divisione di Chirurgia Toracica IEO, diretta dal Professor Lorenzo Spaggiari, insieme al gruppo della Professoressa Mariangela Albertini, del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e i Medical Detection Dogs.
Grazie a questa scoperta, è stato possibile capire la capacità dei cani di essere assolutamente in grado di poter riconoscere i campioni di urina di pazienti affetti da tumore del polmone se paragonati a campioni di soggetti volontari sani.
Il tutto nasce dal fatto che all’interno delle urine siano presenti composti organici volatili (dall’inglese Volatile Organic Compounds o VOCs), piccole molecole gassose rilasciate dalle cellule tumorali stesse. Nello specifico si è valutata l’incredibile capacità da parte dei cani di essere in grado di riconoscere con una gran precisione i campioni dei soggetti tumorali, riconoscendoli dopo averli paragonati con cinque campioni sani.
La ricerca, entrando poi più nello specifico, ha dimostrato come questi i cani siano in grado di riconoscere maggiormente il tumore quando ancora si trova in una fase assolutamente precoce della malattia, quando quindi il tumore stesso risulta essere ancora composto da poche cellule tumorali e quindi di piccola dimensione. In più, dallo studio dell’IEO, le patologie tumorali benigne e gli stati infiammatori sono stati distinti rispetto ai campioni patologici dai cani, dimostrando così come questi animali abbiano un’incredibile capacità olfattiva.
Grazie a questo Studio, è stato inoltre possibile dimostrare come questi animali siano in grado di riconoscere all’interno delle urine dei pazienti affetti da tumore del polmone, con la ricerca chimica, i singoli VOCs.
Con questa ulteriore scoperta scientifica, si potrebbe essere in grado traslare il risultato ottenuto in un’applicazione clinica, in modo da poter così riuscire a diagnosticare il tumore ancora in una fase iniziale della malattia, aumentare di fatto le probabilità di cura.