Il tampone naso-faringeo resta il miglior metodo per diagnosticare la presenza o meno del coronavirus nel corpo di un paziente, ma gli esperti hanno a disposizione una seconda tipologia di test più utile per studiare l’evolversi e il diffondersi del virus in determinate fasce di popolazione: gli screening sierologici.
Dopo le fasi emergenziali e il periodo della fase-2 adesso è il momento per gli scienziati di studiare l’evolversi della malattia tra i cittadini. Uno delle prime aree che verranno studiate sono naturalmente quelle più colpite dal virus.
Partirà infatti a Lodi una serie di screening sierologici su bambini e adolescenti dai 4 ai 16 anni e riguarderà giovani in nuclei familiari nei quali sia stata accertata la presenza di almeno una persona che sia stata affetta da coronavirus.
Il progetto che partirà nei prossimi giorni prevede uno screening con adesione su base volontaria ed è stato sviluppato in base a un accordo siglato tra il Comune di Lodi e la scuola di specializzazione in ortognatodonzia dell’Università degli Studi di Milano. Per chi accetterà, i test saranno effettuati in uno dei locali del Comune in totale riservatezza, la ricerca si svilupperà su 12 mesi e i test sierologici potrebbero, poi, venir replicati.
Si è invece da poco concluso lo screening che ha coinvolto i paesi della bassa Val Seriana, dove quasi metà della popolazione testata ha nel sangue gli anticorpi da covid, segno che la diffusione della malattia è stata larghissima.
Thomas Riccardo