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Sclerosi multipla: “Gioco di squadra e terapia precoce, le armi a disposizione per rallentare la progressione della malattia”

Aderenza e appropriatezza terapeutica

2 luglio 2021 – La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere. Esistono varie forme di malattia, ma la pratica clinica ha evidenziato come iniziare la terapia il più precocemente possibile porti ad un rallentamento della progressione della disabilità, ricordando che ogni individuo richiede un programma di cura personalizzato. Al fine di sensibilizzare le istituzioni verso un trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità ha organizzato il primo di 10 appuntamenti regionali dal titolo ‘Focus Puglia: #MULTIPLAYER – La Sclerosi Multipla si combatte in squadra’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Celgene | Bristol Myers Squibb Company. 

“La Sclerosi Multipla è una malattia disabilitante cronica ad alta complessità, legata a processi patogenetici infiammatori e neurodegenerativi del Sistema Nervoso Centrale che si intersecano lungo tutto il corso della malattia, con espressioni cliniche diverse da paziente a paziente, e con una imprevedibile variabilità di decorsi anche nel singolo paziente. Nell’ultimo decennio c’è stato uno straordinario progresso nel trattamento della SM grazie al crescente numero di farmaci immunosoppressori e immunomodulatori approvati per le forme recidivanti e progressive di malattia e alle migliori conoscenze dei meccanismi immunopatologici. L’obiettivo terapeutico del neurologo che cura i pazienti con SM è progressivamente cambiato, passando dalla semplice prevenzione delle ricadute cliniche e dell’infiammazione visibile alla Risonanza Magnetica, alla prevenzione della progressione della disabilità. Questo nuovo scenario impone un uso precoce dei farmaci più efficaci, scegliendo il farmaco “più giusto” sulla base delle caratteristiche della malattia e del paziente, ed un attento e complicato monitoraggio dei possibili eventi avversi dei nuovi farmaci. L’alta complessità di questa patologia rende necessaria una gestione clinica multi specialistica che deve, sempre più, prevedere una riorganizzazione del SSN secondo un modello sanitario incentrato sui territori e sulla costituzione di “reti tra centri SM”, anche attraverso un rafforzamento di strumenti digitali di telemedicina, allo scopo di fornire una adeguata assistenza ai pazienti, nelle varie fasi di evoluzione della malattia, in accordo a Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali e Riabilitativi (PDTA) predeterminati”, ha spiegato Maria Trojano, Direttore Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia Policlinico di Bari, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

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