Pollenzo, 14 febbraio 2022 – L’accesso all’innovazione comporta vari step: dall’autorizzazione di EMA (Agenzia europea per i medicinali) ed AIFA (Agenzia italiana del farmaco), alle gare di acquisizione dei farmaci stessi, alla possibilità di poter essere prescritti nelle varie Regioni in maniera omogenea e con una tempistica accettabile, senza il freno di ulteriori prontuari terapeutici o di altre situazioni che ne possano ostacolare l’accesso rapido. Sul percorso del paziente oncologico si dibatte alla Winter School 2022 di Pollenzo, dal titolo ‘Oltre la logica dei silos per un’offerta integrata di salute’, organizzata da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di MSD. Alla sessione dedicata “Il percorso del paziente oncologico per favorire l’accesso tempestivo all’innovazione nel nuovo modello di prossimità”, interviene il professor Carmine Pinto, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’IRCCS Santa Maria Nuova – Reggio Emilia, sottolineando l’importanza dell’integrazione tra territorio e ospedale per garantire al paziente oncologico il migliore percorso di cura e di assistenza.
“La prossimità di cura è un elemento importante nel garantire accesso, adeguatezza e qualità di cura nel paziente oncologico – rimarca Carmine Pinto, Direttore della Struttura Complessa di Oncologia dell’IRCCS Santa Maria Nuova di Reggio Emilia -. È quindi più che mai indispensabile che si realizzino modelli assistenziali che consentano i collegamenti tra i servizi ospedalieri e quelli territoriali per un utilizzo ottimale delle strutture diagnostiche e terapeutiche, e insieme per permettere una continuità tra le prestazioni ospedaliere e quelle territoriali. Inoltre, è importante garantire che i pazienti possano essere trattati tempestivamente e il prima possibile con le innovazioni terapeutiche, facendo in modo che i processi burocratici esistenti non impattino negativamente con il diritto del paziente a ricevere le migliori cure possibili per la sua malattia”.
Per il Professor Pinto, “i PDTA e le unità di patologia oncologica che mettono in rete i diversi segmenti assistenziali rappresentano gli strumenti operativi per la traduzione in pratica di questo modello organizzativo multi-professionale tumore-specifico, che può trovare la sua sede per complessità/intensità di intervento negli ospedali o nelle strutture territoriali, ma con un’unica direzione e coordinamento”.