Mercoledì 23 settembre 2020 – In epoca COVID-19, la vaccinazione anti-influenzale e quella anti-pneumococcica è importante che raggiunga alti livelli di copertura, in quanto, la prima, supporta il medico nella diagnosi differenziale tra influenza e COVID-19 evitando,
soprattutto nelle persone ultra 60enni o con patologie croniche, una possibile confusione tra le due, la seconda evita una sovrapposizione da pneumococco in caso di infezione COVID-19. Per tracciare una linea comune su tutto il territorio nazionale, attività che implica non solo una programmazione negli acquisti delle dosi, ma anche un accordo forte con la medicina generale e con le farmacie, OFFICINA di MOTORE SANITA’ ha organizzato il Webinar ‘FOCUS PREVENZIONE E VACCINI’, realizzato grazie al contributo incondizionato di PFIZER e che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti italiani nel settore.
“Il primo banco di prova per la ripresa delle attività vaccinali sarà costituito dalla campagna per il vaccino antinfluenzale 2020-21. La Circolare ministeriale sulla prevenzione e il controllo dell’influenza quest’anno è stata emanata con anticipo, già nel mese di giugno. Poiché è probabile che influenza e COVID-19 circoleranno assieme questo inverno, occorrerà non soltanto difendere i soggetti più vulnerabili, ma anche procedere assai più precocemente e capillarmente con la vaccinazione di bambini e adolescenti, tradizionalmente grandi diffusori dei virus influenzali. In quest’ottica, quest’anno il Ministero ha ampliato la finestra temporale della campagna ad inizio ottobre, estendendo l’offerta gratuita del vaccino a tutti i soggetti di età compresa tra 60 e 64 anni (oltre agli over65), ed aggiungendo raccomandazioni anche per i bambini dai 6 mesi a 6 anni e per gli operatori sanitari. Nonostante nell’altro emisfero l’influenza ha avuto un’incidenza molto bassa bisogna fare uno sforzo per tenere la guardia alta”, ha spiegato Carlo Signorelli, professor of Hygiene, Director School of Public Health, University San Raffaele, Milan
“Nella società attuale i costi sanitari incidono in modo importante sulle risorse economiche di una nazione e tali costi spesso sono dovuti alle cure e alla prosecuzione delle cure di cittadini affetti da patologie di cui sono responsabili l’ambiente, gli stili di vita, il patrimonio genetico ed altri fattori su cui non sempre si può intervenire. Nell’ambito delle malattie infettive un capitolo fondamentale è la prevenzione che ne evita la loro comparsa, possibile per alcune di esse con la vaccinazione. La prevenzione vaccinale mai come nel momento attuale di pandemia da covid-19 è diventata un caposaldo di benessere, tant’è che stiamo aspettando con grandi aspettative e nel minor tempo possibile il vaccino contro il coronavirus. Non dobbiamo dimenticarci, e spesso lo si è fatto o discusso, il ruolo della prevenzione vaccinale nelle altre patologie prevenibili con vaccino e a disposizione abbiamo un Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale che nella sua ultima versione (2017-2019) pone il nostro paese all’avanguardia nel mondo. Da più parti e per più tempo si ricorda come i vaccini siano secondi solo alla potabilizzazione delle acque in termini di riduzione della mortalità umana, e considerati il più efficace degli interventi in campo medico mai scoperti dall’uomo, giacché offrono una protezione individuale verso la malattia infettiva con diminuzione di morbilità e mortalità, intervengono nella protezione della collettività con la immunità di gregge che permette la riduzione della circolazione dei microrganismi patogeni e incidono sulle risorse economiche della comunità garantendo risparmi potenziali sui costi sociali della malattia infettiva. La cultura della vaccinazione e l’offerta di essa al cittadino in modo puntuale e ben organizzato fanno della prevenzione vaccinale un investimento certo nella società civile”, ha detto Fulvio Bonetti, MMG ATS Monza Brianza già Componente Tavolo Vaccini Regione Lombardia
“In corso di pandemia, la prevenzione vaccinale di tipo attivo risulta essere di maggior importanza e le campagne vaccinali regionali devono essere programmate per tempo sia in termini di acquisto di dosi, sia in termini di distribuzione che di accordi con i medici di medicina generale che, grazie alla relazione stretta che hanno con i propri assistiti, possono essere forti promotori della campagna vaccinale ed aumentare le coperture vaccinali stesse sia per il vaccino antiinfluenzale che per quello anti pneumococco. Questo è di fondamentale importanza sempre, ma soprattutto in corso di una pandemia, quando i sintomi dell’influenza possono essere confusi con l’infezione di COVID-19 o, ancor peggio, l’influenza o la polmonite da pneumococco possono complicare l’infezione di COVID-19 stessa”, ha dichiarato Gabriella Levato, medico di medicina generale di Milano
“C’è una fortissima variabilità di efficacia della vaccinazione anno dopo anno e quest’anno, accanto alla vaccinazione, ci saranno una serie di procedure di protezione che rallenteranno il circolo dell’influenza. Non sappiamo quale è la copertura che dobbiamo mettere in campo per abbattere la circolazione del virus influenzale però quello che sappiamo è la copertura a cui possiamo aspirare se mettiamo in campo delle strategie di offerta che siano efficaci. Abbiamo potuto attuare l’obbligo delle vaccinazioni dei bambini perché avevamo i pediatri a disposizione. In Regione Puglia abbiamo opzionato 2 milioni e 100 mila dosi, ovvero la metà della popolazione pugliese. Chiunque voglia vaccinarsi ha un motivo per vaccinarsi. Dobbiamo liberalizzare le vaccinazioni rendendole il più possibile aperte e cercando di rendere l’accesso al vaccino il più semplice possibile”, ha dichiarato Pier Luigi Lopalco, Epidemiologo, Professore di Igiene e Medicina Preventiva, Università di Pisa
Il webinar è andato in onda sul sito internet www.mondosanita.it
Image by juststock