Una buona notizia dalla Sardegna, ripartono le attività sanitarie. Le fasi più emergenziali della pandemia da Coronavirus hanno lasciato spazio alla Fase2 con la riapertura di tutte le attività. Se la riapertura delle attività commerciali è stata immediata più difficoltoso è il riprendere la riapertura delle attività pubbliche in primo luogo la sanità.
Infatti, non tutte le Regioni hanno ripreso immediatamente le attività sospese nel corso dell’emergenza. E’ il caso della Sardegna che solo ora ha riattivato tutte le attività sanitarie. Per riaprire in totale sicurezza sia per i cittadini che per il personale sanitario la Giunta Regionale ha approvato le linee di indirizzo per la riprogrammazione delle attività ambulatoriali oltre che quelle per il ricovero ospedaliero programmato e per tutte le attività sociosanitarie.
Queste linee di indirizzo prevedono anche misure per regolare in modo rigoroso gli accessi alle strutture socio-assistenziali e i comportamenti più appropriati da tenere sia per i pazienti che per il personale sanitario oltre che per i fornitori e tutte le persone che devono entrare in contatto con pazienti o struttura. Questa nuova regolamentazione prevede l’adozione di soluzioni di distanziamento, l’utilizzo obbligatorio dei dispositivi di protezione individuale. E’ inoltre previsto un programma di screening mirati con tampone naso faringeo, in particolare, prima delle prestazioni più a rischio e verso i soggetti più esposti, anche, ad esempio, nel caso di dimissioni ospedaliere di pazienti verso altri presidi, come Rsa, Hospice e strutture riabilitative.
Le indicazioni della Giunta inoltre vogliono dar puntare alle singole aziende sanitarie sullo sviluppo della telemedicina e del teleconsulto.
Nei giorni scorsi aveva destato un certo scalpore la decisione del Presidente della Regione Solinas di tentare di rendere l’Isola Covid free imponendo il tampone a tutti i turisti. Un acceso dibattito si è acceso sul tema e le opinioni in proposito sono molto discordanti.
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Riccardo Thomas