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22 gennaio 2016
http://www.slideshare.net/marcellamarletta/marcella-marletta-il-governo-dellinnovazione-farmaceutica
Published on Jan 22, 2016
L’intervento tenuto dalla Dottoressa Marcella Marletta nel corso del workhop “Il governo dell’innovazione farmaceutica: modelli di governance equa e sostenibile dei farmaci oncologici innovativi ad alto costo”, svoltosi a Roma il 18 gennaio.
Marcella Marletta – Il governo dell’innovazione farmaceutica
- Il governo dell’innovazione farmaceutica: modelli di governance equa e sostenibile dei farmaci oncologici innovativi ad alto costo Dott.ssa Marcella Marletta, Direttore Generale della Direzione Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico In un quadro in cui il nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) Italiano si fa carico di una quota ben superiore al 75% della spesa complessiva per i farmaci ed è l’unico ancora in grado di garantire a tutti i cittadini le cure fondamentali, sarà ineludibile annacquare il rischio di nuovi tagli che, in corrispondenza di ogni manovra finanziaria, si addensano nell’orizzonte della spesa farmaceutica. Infatti, la presenza di questi ultimi, renderebbe sempre più impraticabile la garanzia, sin qui assicurata, dell’accesso gratuito ai cittadini dei nuovi farmaci. Ciò anche in presenza del costituito fondo per l’innovazione. Un intervento molto importante ma che dovrà, necessariamente, essere affiancato da una revisione organica della disciplina sui farmaci innovativi, in vista dei tanti farmaci frutto della ricerca che, nei prossimi anni, saranno immessi in commercio con effetti rilevanti sulla spesa farmaceutica. Dobbiamo, allora, avere il coraggio di affermare che la quota del FSN dedicata ai farmaci di uso ospedaliero e, molto probabilmente, a quelli di uso territoriale non sarà più adeguata, nel prossimo futuro, se si vorrà garantire l’accesso dei pazienti a prodotti con un vero potenziale di innovazione terapeutica. Così come occorrerà valutare concretamente, e al di fuori di condizionamenti ideologici, la sostenibilità nel tempo dell’attuale copertura universalistica in relazione ai vincoli di finanza pubblica e alla necessità di procedere gradualmente ad una riduzione della pressione fiscale. Su tale punto è necessaria una riflessione, per individuare un nuovo punto di equilibrio, che passi anche attraverso lo sviluppo del secondo pilastro, da realizzare utilizzando la leva fiscale. L’emergere di queste esigenze e l’impossibilità per il sistema pubblico di far fronte con nuove risorse impongono lo sviluppo di un secondo pilastro per il finanziamento delle prestazioni, che abbia anch’esso natura sociale e, grazie a una copertura obbligatoria, magari al di sopra di un certo reddito, permetta di ridistribuire tra tutti i cittadini gli oneri per le prestazioni che dovranno integrare quelle attualmente già erogate. Il futuro del farmaco è, inevitabilmente, legato allo sviluppo di una nuova tipologia di farmaci: i “farmaci intelligenti o farmaci personalizzati”. E’ il risultato dell’innovazione terapeutica frutto delle moderne tecnologie e ricerche scientifiche, in grado di curare “malattie target” senza provocare gli effetti collaterali dei medicinali comuni. Un obiettivo non facile da raggiungere in questi tempi caratterizzati da una prolungata e profonda crisi economica che ha avuto effetti evidenti sulla disponibilità di risorse da dedicare a questo importante settore. Il campo in cui si fa più ricerca nel comparto farmaceutico è quello oncologico: si prevede, infatti, che al 2018 gli studi in fase di sperimentazione clinica saranno concentrati per il 38% sull’oncologia, mentre tutti gli altri settori si manterranno sotto la soglia del 10%. Anche in Italia la sperimentazione sulle patologie neoplastiche costituisce il principale ambito di ricerca. Nel 2014 il numero degli studi clinici in corso era pari a 583, con una concentrazione prevalente nell’area delle neoplasie (35%). Sono poi allo studio 403 prodotti biotecnologici, di cui 169 in area oncologica. Gli investimenti in ricerca e sviluppo promossi dall’industria farmaceutica in Italia ammontano a 1,2 miliardi di euro, pari al 4,2% degli investimenti totali effettuati in Europa. L’area dei farmaci oncologici fa registrare una spesa farmaceutica pari a più di 3 miliardi di euro, in gran parte sostenuta dalle strutture sanitarie pubbliche che, evidentemente, è collegato al tema della sostenibilità.
- Questione che è percepita nettamente dal ministero della salute. Per tale ragione, come detto, il Ministro Lorenzin ha lavorato alacremente per introdurre un fondo ad hoc per sostenere i costi dei nuovi farmaci innovativi contro l’Epatite C. Ritengo che questa, in aggiunta ad un sostanziale cambio di approccio in merito agli schemi, sin qui adottati, relativi alla valutazione dei farmaci e delle tecnologie, sia la strada giusta, da percorrere con grande tenacia. Essa, a mio parere, deve rappresentare un modello anche per le nuove terapie personalizzate ad alto costo in arrivo sul fronte della lotta ai tumori. In tal modo, si potranno perseguire modelli virtuosi in grado di dare nuova linfa alla ricerca clinica farmacologica. Tutto ciò con i relativi e conseguenti vantaggi per la qualità delle cure, a tutto vantaggio dei pazienti, e con notevoli ricadute positive sull’occupazione di personale altamente qualificato nel nostro Paese. Tali modelli dovranno essere in grado di determinare risposte diagnostiche e/o terapeutiche basate su evidenze scientifiche, mirate ed efficaci. Il percorso accennato, inoltre, dovrà essere realizzato attraverso un sistematico dialogo con tutti gli attori coinvolti. Sarà prioritario, quindi, operare con costanza e sistematicità nel miglioramento del nostro SSN che necessariamente si dovrà basare su un dialogo costruttivo tra Governo e Industria affinché il settore della salute in Italia possa continuare ad essere fattore di sviluppo economico per il Paese. Del resto possiamo dire di lavorare per gli stessi obiettivi pur con ruoli e aspettative diverse. Le Istituzioni devono garantire cure sempre migliori ma anche controllare che la spesa stia entro certi limiti di sostenibilità. Le aziende, dal canto loro, devono mantenere i loro profitti, altrimenti la ricerca ne risentirebbe in maniera drammatica. Ritengo, quindi, che anche per le aziende sia più favorevole avere un referente responsabile e attento alla sostenibilità del sistema in quanto ciò assicura stabilità e certezza per il futuro. Ma per avanzare proposte costruttive sarà necessario definire e tenere sempre presenti quali sono gli obiettivi da perseguire per una ricerca d’avanguardia compatibile con le sempre minori risorse disponibili. Il punto cardine, a mio giudizio, è rappresentato dall’evoluzione del concetto di costo della sanità e come questo debba procedere, sempre più, verso quello d’investimento per la salute.
Le tecnologie innovative, del resto e come appare dimostrato da tutti i dati epidemiologici in nostro possesso, rappresentano il driver principale per il miglioramento della salute e per attrarre investimenti nel Sistema Salute. Ma malgrado tali evidenze, nel comparto farmaceutico, l’importanza del farmaco nell’economia di un paese è stata sempre affiancata al concetto di costo, di spreco, e quindi oggetto delle ricorrenti politiche di contenimento dei costi. Questo nuovo approccio ha caratterizzato tutti i recenti incontri in sede europea ed internazionale. Al più alto livello politico, infatti, è oramai consolidata la consapevolezza che una politica di oculata introduzione delle innovazioni tecnologiche nel sistema delle diagnosi e delle cure costituisce un ulteriore ed irrinunciabile elemento di miglioramento della salute per i cittadini dell’Unione. Ma per raggiungere questo ambizioso risultato sarà fondamentale facilitare la traduzione dei progressi scientifici innovativi in tecnologie e farmaci che soddisfino adeguate norme regolamentari, velocizzino l’accesso dei pazienti a terapie promettenti e siano economicamente accessibili per i sistemi sanitari dell’Ue.