Verso una Costituente della Medicina Territoriale – Focus Piemonte
⇒ Comunicato Stampa – “Solo potenziando la medicina territoriale sarà possibile rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale”
⇒ Comunicato Stampa – “C’è volontà di cambiare rispetto a come era prima della pandemia”
INTRODUZIONE DI SCENARIO
Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità
SALUTI ISTITUZIONALI
Mario Minola, Direttore degli Assessorati alla Sanità e alle Politiche Sociali del Piemonte
IL FUTURO DELLA SANITÀ IN PIEMONTE
Alessandro Stecco, Presidente IV Commissione Regionale Sanità e Assistenza Sociale, Regione Piemonte
PUNTI DI FORZA E DI CRITICITÀ DELLA GESTIONE DI UNA ASL CITTÀ
Carlo Picco, Direttore Generale ASL Città di Torino Regione Piemonte
MEDICINA GENERALE E INDICATORI DI RISULTATO
Roberto Venesia, Segretario Regionale FIMMG
OLTRE L’ADI: UNA NUOVA ASSISTENZA DOMICILIARE
Monica Rolfo, Vice Presidente OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) Torino
LA PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI FRAGILI: UN ESEMPIO PRATICO
Sergio Rosso, Presidente Asili Notturni Umberto I Torino
SPUNTI PER UNO SVILUPPO DELLA MEDICINA TERRITORIALE
Gabriella Viberti, Ricercatrice Economia Sanitaria, Organizzazione e Valutazione della performance dei servizi, spesa e finanziamento IRES Piemonte
L’ESPERIENZA DELL’OVADESE PER IL SUPERAMENTO DEL MURO OSPEDALE TERRITORIO
Paola Varese, Direttore SOC Medicina a indirizzo oncologico Ovada ASLAL Piemonte
COSA CI HA INSEGNATO L’EPIDEMIA DEL SARS COV 2
Giovanni Di Perri, Direttore Dipartimento Malattie infettive Ospedale Amedeo di Savoia Torino e della scuola di specializzazione di malattie infettive Università degli studi di Torino
I cittadini italiani sono duramente provati dalla vicenda della pandemia da SARS COV 2 e il COVID 19 ci ha lasciato un’eredità pesante in termini economici, psicologici, di salute e di coscienza della potenzialità ma anche dei limiti del nostro SSN. Nessuno può più dubitare del suo sotto finanziamento, della carenza programmatoria della formazione delle risorse umane necessarie, della precarietà e diversità di una medicina del territorio mai definitivamente decollata, della vetustà tecnologica di alcune realtà sanitarie territoriali ed ospedaliere, della contraddizione di un regionalismo imperfetto che deve viaggiare verso un’autonomia differenziata vera ed un coordinamento centrale efficiente ed efficace. Ma nonostante questo il nostro sistema ha retto, rimane un riferimento importante per il suo universalismo e l’approccio equo solidale, per la sua capacità di dare risposte nonostante la non brillante situazione economica del paese. Ma il COVID-19 ci ha insegnato che tutto questo non basta e che bisogna procedere ad un rapido ammodernamento del sistema in tutti i suoi aspetti per utilizzare al meglio i soldi europei per la Next Generation, la cui percentuale dedicata alla salute rimane ancora fumosa. Ma per procedere ad un ammodernamento efficace e sostenibile bisogna non continuare a pensare con le solite metodologie schiave di interessi, seppur legittimi, di parte, ma bensì ragionare al di fuori degli schemi, out of the box come dicono gli anglosassoni, per arrivare a proposte nuove, rivoluzionarie, fresche e che soprattutto vadano incontro agli interessi veri dei cittadini italiani. La Medicina Territoriale è il focus principale per un rilancio del SSN ed i differenti modelli regionali vanno ripensati e implementati a partire dall’assistenza domiciliare, diritto costituzionale del cittadino così come gli accessi agli altri luoghi di cura. Motore sanità ha deciso di iniziare una road map nelle regioni italiane per discutere della riforma della medicina territoriale esaminando e sentendo le proposte dei vari modelli regionali per individuare un progetto nazionale comune seppur articolato nelle varie realtà.