INTRODUZIONE DI SCENARIO
Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità
LA TROPONINA DALLA DIAGNOSI ALLA PROGNOSI: UTILIZZO IN OSPEDALE E NEL TERRITORIO
Giulio Mengozzi, Direttore Laboratorio Città della Scienza e della Salute, Torino
TAVOLA ROTONDA
PARTECIPANO:
Mario Airoldi, Direttore SC Oncologia Medica 2 AOU Città della Salute e della Scienza di Torino
Nadia Aspromonte, Consigliere Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO)
Emilio Augusto Benini, Presidente Federazione Associazioni Nazionali dei Diabetici (FAND)
Sebastiano Marra, Responsabile Dipartimento Cardiovascolare, Villa Maria
Nicoletta Reale, Presidente A.L.I.C.e. Italia ODV
Franco Ripa, Dirigente Programmazione sanitaria e socio sanitaria Regione Piemonte, Vicario Direzione Sanità e Welfare, Regione Piemonte
Roberto Venesia, Segretario Regionale Piemonte Federazione Italiana Medici di Medicina Generale
L’ischemia cardiaca rimane ancora oggi la prima causa di morte e di morbilità nei paesi industrializzati nonostante vi sia stato negli anni recenti un sostanziale miglioramento dei dati di mortalità e di outcome dei pazienti affetti da questa patologia che nel tempo può evolvere verso l’insufficienza cardiaca. Numerosi studi hanno confermato l’importanza del ruolo della prevenzione primaria nel migliorare l’outcome delle patologie cardiache anche attraverso una accurata stratificazione del rischio della popolazione e di un sempre più appropriato intervento clinico e nel caso farmacologico o interventistico/invasivo per mitigare la progressione della malattia. La diagnosi di insufficienza cardiaca acuta e cronica è basata prevalentemente su un giudizio clinico che tiene conto della storia (anamnesi), dell’esame fisico e di indagini appropriate strumentali e di laboratorio. Ad oggi più di cento biomarkers sono stati studiati per verificarne l’utilità nella diagnosi, nella prognosi e nella stratificazione del rischio nei soggetti con o senza segni e sintomi di insufficienza cardiaca. La disponibilità di test con Troponina cardiaca I ad elevata sensibilità associata ad altri biomarkers come per esempio il cNP ha permesso lo sviluppo di studi e metanalisi sul ruolo di questo biomarker per una diagnosi più precisa di patologia miocardica acuta per un follow up della stessa e per individuare e stratificare i soggetti che potrebbero sviluppare insufficienza cardiaca dallo stadio asintomatico a quello con segni e sintomi e quindi quei soggetti che hanno alta probabilità di malattia refrattaria alle terapie oggi in uso. Da qui nel 2019 un position paper dell’associazione della Cardiologia Preventiva e della Società Europea di Cardiologia ha sancito l’importanza del ruolo dei biomarkers cardiaci quali il cTnI e cTnT ad elevata sensibilità nell’individuare i soggetti asintomatici che sono a più alto rischio di progredire con sintomi di insufficienza cardiaca e quelli più a rischio di andare incontro ad una prognosi infausta. Da qui l’importanza di stratificare con l’uso del biomarker C troponina I ad elevata sensibilità il potenziale rischio CV nella popolazione generale al fine di mettere in atto già in una fase precoce misure per una più efficace prevenzione specie nei soggetti a rischio alto di sviluppare una patologia CV.