Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave Nella gestione del Dolore Cronico REGIONE TOSCANA
RAZIONALE SCIENTIFICO
In Italia, il dolore cronico colpisce circa 13 milioni di persone, ovvero il 20% della popolazione. Si tratta di una condizione che impatta significativamente sulla qualità della vita dei pazienti, causando disabilità, isolamento sociale e lavorativo ed elevati costi economici. Per non parlare degli aspetti che incidono sulla produttività: il dolore cronico è causa di assenteismo lavorativo influenzando l’aspetto economico a livello individuale e sociale.
La presa in carico di questo paziente è quindi un processo complesso che richiede l’intervento di diversi professionisti sanitari, dal medico di medicina generale allo specialista, dagli infermieri ai fisioterapisti, dagli psicologi ai terapisti occupazionali.
Una efficace gestione del dolore cronico attraverso questi operatori di una filiera bene organizzata riduce il ricorso ad inappropriate indagini diagnostiche, cure mediche, visite e complicazioni cliniche, evitando di arrivare al ricovero ospedaliero che rappresenta il costo più significativo per il SSN ed i SSR.
In questo scenario la terapia farmacologica rappresenta uno strumento chiave nella cura dei pazienti, con implicazioni sulla salute e sulla qualità di vita a lungo termine. E l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci antidolorifici svolge un ruolo importante non solo nell’ottimizzare l’efficacia terapeutica ma anche nel minimizzarne gli effetti collaterali comuni (es° gastrointestinali, renali, cardiovascolari) in gran parte dovuti ad un utilizzo inapprorpiato di FANS ed evitare interazioni indesiderate, cause potenziali di ulteriori costi aggiuntivi nel settore sanitario. Gestire questi aspetti non è così semplice poiché molti pazienti sono affetti da diverse patologie croniche già di per sé fattori di rischio di complicanze.
Il processo di presa in carico deve partire quindi da una attenta valutazione di questi aspetti che si deve sommare alla valutazione delle caratteristiche individuali del paziente, delle caratteristiche e della gravità del dolore. Per uniformare e codificare questo processo la legge 39 del 1999 ha istituito in Italia le reti di terapia del dolore, strutture organizzative che coordinano le attività di prevenzione, diagnosi e terapia del dolore cronico.
Dopo tanti anni dall’istituzione di queste reti si rende necessario intervenire quanto prima su alcune criticità con azioni di miglioramento concrete: un maggiore investimento nell’efficientamento delle reti di terapia del dolore (risorse e strutture adeguate), un miglioramento dell’accesso dei pazienti alle cure (PDTA integrati e riduzione delle barriere economiche), un’adeguata formazione dei professionisti sanitari, una più ampia sensibilizzazione dell’ l’opinione pubblica e dei decisori politici sulla importanza di investire nella prevenzione, nella diagnosi e nella terapia del dolore cronico.
Un esempio di buona pratica su questi aspetti è stata la pubblicazione da parte del Ministero della Salute delle Linee Guida sulla terapia del dolore cronico non oncologico. Queste raccomandano che l’accesso alle cure deve essere garantito dal potenziamento delle reti e dalla promozione della continuità assistenziale tra territorio (MMG e PLS formati su epidemiologia, fisiopatologia, classificazione, valutazione, gestione, prevenzione del dolore cronico e coordinamento con le reti) ed ospedale (servizi adeguati di diagnostica, terapie farmacologica – chirurgica – psicologica).
Raccomandano inoltre che la sensibilizzazione della popolazione sia effettuata attraverso campagne di informazione, rivolte a tutti i cittadini. Oggi il PNRR ed il DM 77 potrebbero rappresentare una grande opportunità in termini di cambiamento positivo richiesto. In primis i distretti sociosanitari implementeranno le competenze previste dalla legge 833. Sarà così importante rivedere i percorsi sull’appropriatezza terapeutica attraverso gli attori dell’assistenza domiciliare in tutte le sue componenti da quella dei MMG, a quella infermieristica, a quella specialistica multidisciplinare in caso di necessità, con il supporto delle nuove tecnologie (es° telemedicina) e ben coordinata con i centri ospedalieri.
Alla luce di questo scenario e partendo dalla situazione attuale di presa in carico dei pazienti con dolore cronico non oncologico, Motore Sanità intende organizzare una road-map nelle principali regioni italiane. L’obiettivo sarà quello di mettere in luce e condividere i punti di forza e le criticità relative alla gestione dei percorsi di cura, proponendo sulla base di questo delle call to action in grado di implementarne l’appropriatezza in tutti i suoi aspetti: terapeutici in primis, ma anche organizzativi, riabilitativi, formativi.
Al termine del percorso, partendo dalla sintesi dei bisogni insoddisfatti raccolti e delle buone pratiche riscontrate, un evento nazionale permetterà un confronto propositivo tra le diverse realtà regionali e la presentazione alle istituzioni Nazionali di un documento di proposta programmatoria condiviso.