La sfida del personale per mettere a terra il PNRR

Le professioni sanitarie nella seconda giornata della Summer School 2022 di Motore Sanità

Il PNRR stanzia 20 miliardi di euro per il rilancio della sanità pubblica, con interventi che puntano a rinnovare le strutture del servizio sanitario, ma soprattutto a sviluppare l’assistenza di prossimità e la digitalizzazione attraverso la realizzazione di case e ospedali di comunità, l’ammodernamento tecnologico e digitale ospedaliero, l’assistenza domiciliare, la telemedicina. Una riforma che potrebbe ridisegnare l’assetto del servizio sanitario, ma che lascia fuori una componente decisiva: il personale sanitario, già oggi oggetto di una forte carenza, che rischia di essere ulteriormente aggravata dalle nuove esigenze derivanti dalla riforma. Carenza, formazione, riorganizzazione del personale del servizio sanitaria alla luce delle riforme previste dal PNRR sono state al centro della seconda giornata della SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompente”, organizzata da Motore Sanità. “Il successo delle case di comunità e delle altre strutture previste dal DM77 dipenderà anche dalla capacità di popolarle con operatori e competenze in grado di garantire la risposta ai bisogni dei cittadini. Ciò richiederà un cambiamento di sistema attraverso un investimento negli operatori che è stato a lungo trascurato”, dice Anna Lisa Mandorino, Segretario Generale Cittadinanzattiva.

Da questo punto di vista la carenza di personale è la prime delle sfide.

“Il Paese affronta una carenza importante di infermieri legata non solo al fatto che i posti disponibili nelle università sono limitati dal punto di vista numerico. La causa alla base di questa carenza è che la professione infermieristica è molto poco attrattiva. Alla politica e alle istituzioni chiediamo di affrontare il tema della questione infermieristica alla radice, lavorando sulle ragioni che rendono poco attrattiva la professione: la mancanza di sviluppo di carriera, il riconoscimento economico, la valorizzazione delle competenze”, dice la presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (Fnopi) Barbara Mangiacavalli.

Decisivo è anche l’aspetto della formazione dei professionisti, sottolinea la presidente Fnopi. “Oggi gli infermieri hanno una formazione 3+2. Il titolo abilitante è la formazione triennale. Conseguito questo titolo, gli infermieri sono tutti uguali. Abbiamo bisogno di lavorare affinché la formazione diventi più articolata, andando verso specializzazioni a orientamento clinico-assistenziale per dare una prospettiva di sviluppo della professione”, ha aggiunto Mangiacavalli, ricordando le nuove strutture territoriali, per esempio le case di comunità “non saranno una panacea: è decisivo lavorare sulla costruzione della rete, formale e informale, coinvolgendo studi dei medici di medicina generale, le farmacie – specie quelle rurali -, la specialistica ambulatoriale, il privato accreditato, il sistema socia-assistenziale”.

In questo processo, anche le farmacie potranno giocare un ruolo importante, come visto già durante la pandemia.

“La pandemia ci ha fatto trovare davanti a un bivio: fare i farmacisti, con camice e caduceo, a dispensare farmaci, o andare verso il servizio sanitario. Abbiamo fatto questa seconda scelta”, dice Giovanni Petrosillo, Vice Presidente Federfarma e Presidente Federfarma Sunifar. “Questa scelta ha fatto sì che cambiasse anche la percezione della nostra professione: da una connotazione più commerciale cittadini e decisori hanno cominciato a percepire nelle farmacie un presidio sanitario di prossimità. Il DM77 deve essere il l’occasione per poter sfruttare tutto quello che c’è sul territorio, comprese le farmacie”.

Per Roberta Zanetti, Dirigente Professioni Sanitarie Azienda Ligure Sanitaria A.Li.Sa e Consigliere dell’Ordine TSRM-PSTRP della Liguria, la riforma della sanità territoriale sarà l’occasione per “valorizzare le diverse professionalità e competenze del servizio sanitario al fine di dare un servizio migliore ai cittadini. Inoltre, se di rinnovamento del territorio si vuole parlare non si può farlo senza un rinnovato dialogo ospedale-territorio e una nuova modalità di dialogo tra professionisti”.

Ufficio stampa Motore Sanità 
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962 
www.motoresanita.it

La ricetta delle regioni per disegnare la medicina territoriale ideale

Asiago-Gallio, 22 settembre 2022 – La missione 6 del PNRR ed il DM77 hanno, nelle loro intenzioni, tracciato un binario che porti le regioni italiane a ridisegnare in maniera drastica la medicina territoriale. La medicina territoriale però non è un’entità avulsa alla medicina ospedaliera ed è quindi fondamentale riuscire a creare un modello nuovo che riesca a integrare la nuova medicina territoriale con quella già esistente e che riesca a creare una fattiva integrazione con gli ospedali. Di tutto questo se ne parla nella sessione “Confronto tra reti ospedaliere”, della SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompente” organizzata da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Abbvie, Gedeon Richter, Sanofi, Takeda, Becton Dickinson, Angelini Pharma, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Chiesi, Daiichi-Sankyo, MSD, Novartis, Kite a Gilead Company, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, Alfasigma, CDI Centro Diagnostico Italiano, Galapagos Pioneering for patients, GSK, Eli Lilly, Lundbeck, Menarini Group, Servier, Siemens Healthineers, Technogenetics, Teva, VitalAire, Vree Health, Ipsen, Servizi Ospedalieri, UCB Pharma e con i mediapartner di Dentro la Salute, Eurocomunicazione, Mondosanità e Sì Salute e Innovazione.

Uno dei punti cardine della medicina territoriale dovrà essere un’offerta omogenea sul territorio, come spiegato da Luciano Flor, Direttore Generale Area Sanità e Sociale Regione del Veneto “I modelli organizzativi possono essere diversi sul territorio ma l’offerta sanitaria no, l’offerta sanitaria deve essere omogenea sul territorio. Bisogna prevedere quindi coordinamenti regionali con i professionisti ma anche espressioni della governance come DG e DS. Dobbiamo – prosegue Flor – disciplinare lo sviluppo dell’attività tenendo conto delle esigenze non solo delle aspettative dei malati ma anche per le liste d’attesa. Questo modello così elaborato è in grado di mettere in insieme gli ospedali e il territorio per un servizio sanitario integrato regionale”. L’omogeneità dell’offerta sanitaria dovrà essere costruita anche tra le diverse regioni italiane. “Serve una visione trasversale regionale – aggiunge Flor – e ma anche una visione verticali sulle professioni, professioni non solo mediche. Bisogna lavorare per avere un modello unico e condiviso. Dobbiamo condividere lo stato dell’arte dal punto di vista scientifico, condividere gli strumenti. Il sistema oggi ha la necessità di condividere le informazioni per avere un sistema omogeneo, la proposta da fare è di non rafforzare i modelli regionali – conclude Flor – ma di ragionare su un modello nazionale”.

La Regione Campania ha avviato il suo processo di creazione dei nuovi modelli organizzativi proprio sul dialogo tra tutte le realtà della sanità regionale, come spiegato da Pietro Buono, Dirigente UOD Attività consultoriale e materno infantile Regione Campania. “Abbiamo creato un tavolo di lavoro mettendo insieme la direzione strategica di tutte le realtà sanitarie per scrivere un documento di riorganizzazione delle aziende sanitarie locali. Una riorganizzazione fondamentale per ridurre l’accesso ai pronto soccorso quando gli hub dei centri comunità entreranno a mano a mano in funzione. Ridisegnare delle aziende – aggiunge Buono – è indispensabile anche per ridistribuire il personale che non è previsto nel PNRR”.

Anche il Friuli-Venezia-Giulia ha iniziato un processo per ridisegnare la realtà sanitaria regionale, come illustrato da Gianna Zamaro, Direzione centrale salute, politiche sociali e disabilità Regione Friuli Venezia Giulia. “È chiaro che già durante la pandemia abbiamo cercato di dare quanta più flessibilità alle strutture ospedaliere che si sono adeguate alla riconversione delle priorità e dei reparti, noi stiamo lavorando inoltre molto sul sistema a reti degli ospedali con un sistema hub&spoke. Stiamo introducendo tutti i percorsi di telemedicina in modo tale da far sì che i centri siano ancora più interconnessi e al servizio dei cittadini. Quello che per noi è il problema vero – sottolinea Zamaro – è lo sviluppare delle reti tra ospedale e territorio, stiamo lavorando per portare parte della medicina specialistica sul territorio”.

In Regione Piemonte l’Azienda Zero sarà protagonista del nuovo sistema integrato ospedale-territorio, come spiegato da Carlo Picco, Direttore Generale ASL Città di Torino, Commissario Azienda ZERO Piemonte “La programmazione per il PNRR non deve essere solo di lavori edilizi ma anche di organizzazione per creare un modello che possa trarre al meglio giovamento da questi nuovi fondi che dovranno essere sostenuti da un contesto di personale che per il momento non è previsto dalla finanziaria. Il lavoro per l’azienda 0 sarà un lavoro importante – sottolinea Picco – di linee guida e di monitoraggio con la possibilità di innestare processi di telemedicina che abbiano un contesto regionale e non più sperimentale. Tutto questo è un lavoro che è già iniziato in Piemonte e speriamo di dare un contributo decisivo al sovraffollamento dei pronti soccorso e la gestione del paziente cronico”. Nel nuovo assetto della sanità territoriale ed ospedaliera l’oncologia dovrà avere, anche a causa della sempre maggiore cronicizzazione della patologia, uno spazio di rilievo, come sottolineato da Gianni Amunni, Direttore Generale ISPRO Regione Toscana “Oggi abbiamo 3,6 milioni casi prevalenti oncologici, il numero degli abitanti della Toscana. Questo numero enorme di persone ha necessità socio-assistenziali estremamente diverse tra di loro e complesse, inoltre il 30% di questi pazienti sono malati cronici. Tutti questi bisogni hanno un collo di bottiglia che è l’oncologia ospedaliera creando un dislivello tra domanda e offerta incredibile. Dobbiamo pensare – prosegue Amunni – che la nuova oncologia si deve organizzare per mettere in atto nuovi setting assistenziali che si aggiungono ai due setting ospedalieri esistenti. Dobbiamo anche pensare a delocalizzare alcune terapie oncologiche – conclude Amunni – quelle che è possibile fare fuori sede, incrociando caratteristiche del paziente e tipi di terapie necessarie è possibile estendere i Pdta anche fuori dall’ospedale”.

Le associazioni da sempre svolgono un ruolo fondamentale di supporto ai pazienti sul territorio, quindi è necessario che nel nuovo assetto del territorio le associazioni vengano inserite nel sistema di rete assistenziale, come spiegato da Stefano Boscariol, giornalista e rappresentante AIL Pordenone. “Il volontariato e l’associazionismo sono importantissimi per il territorio. Noi ci proponiamo di essere vicino ai malati e ai loro familiari senza contributi pubblici, raccogliamo fondi che destiniamo in maniera trasparente a diversi programmi tra cui: due psicologi, un infermiere di famiglia, due professionisti che aiutano nel caregiving, un educatore, una fisioterapista pediatrica, abbiamo anche quattro automezzi che utilizziamo per il trasporto dei pazienti. Senza volontariato il sistema sarebbe in grande difficoltà nel dare attenzione al paziente soprattutto per le situazioni socio-economiche più complesse”.

Ufficio stampa Motore Sanità 
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962 
www.motoresanita.it

Accesso ai medicinali: il futuro della sanità dipende da riforme impellenti

Asiago-Gallio, 22 settembre 2022 – Nella sessione “IL RUOLO DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE NEL FUTURO DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE” della SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompente” promossa da Motore Sanità e organizzata con i mediapartner di Dentro la Salute, Eurocomunicazione, Mondosanità e Sì Salute e Innovazione, si è posto l’accento sul fatto che “spendere in salute significa far circolare i soldi in economia”. Un concetto sottolineato anche da Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio regionale del Veneto, con queste parole: “Il bilancio economico è condizionato dalla situazione che stiamo vivendo, basti pensare che molti italiani versano in condizioni di povertà e 880mila nostre micro imprese sono messe a rischio dalla situazione energetica. A questo si aggiunge che l’inflazione media nel nostro Paese, attualmente al 5%, potrebbe attestarsi al 10%. Quadrare il cerchio è difficile, occorre investire in salute, a ragion del fatto che il 41% della popolazione in Italia è affetto da patologie croniche. Da qui la necessità di ridisegnare la sanità del futuro, grazie anche alla telemedicina e all’ospedale a distanza, rispondendo anche a un’altra emergenza che è la scarsità di medici. I dati denunciano che entro il 2027 mancheranno 47mila medici”.

Così Marcello Cattani, Presidente Farmindustria: “Siamo a un punto di svolta fondamentale. Pandemia e guerra hanno cambiato profondamente il mondo che conoscevamo. Aprendo nuovi orizzonti e cambiando l’ordine dei valori personali: la salute è oggi il valore principale da preservare e proteggere nel corso della nostra vita. Adesso abbiamo quindi la responsabilità condivisa di gettare le basi e costruire la sanità di domani e – nello stesso tempo – ripensare l’organizzazione del nostro servizio sanitario nazionale. Le imprese farmaceutiche vogliono continuare a fare la loro parte: innovare, offrire un contributo prezioso alla crescita economica del sistema Paese, attraverso la ricerca, produzione e distribuzione di tutti i farmaci e vaccini, incluse le terapie innovative (ATPM) e i medicinali per la cura delle malattie rare. Creando così occupazione altamente qualificata, sempre più giovane, +13% di under 35 negli ultimi 5 anni, e “rosa”, le donne sono il 43% del totale”.

E ancora: “Le nostre aziende sono un patrimonio per l’Italia, come dimostrano i numeri: oltre 34 miliardi di euro di produzione nel 2021, per più dell’85% destinata all’estero, e investimenti di 3,1 miliardi. Ecco perché è importante considerare, come avvenuto durante la pandemia, comparto essenziale la nostra industria e l’intera filiera. Intervenendo anche sull’aumento dei costi, che registrano un +600% rispetto a un anno fa, reso ancora più insostenibile dall’inflazione all’8,4%, da prezzi al consumo dei farmaci con prescrizione scesi dell’1% e dalla svalutazione dell’euro rispetto al dollaro, valuta con la quale si pagano i principi attivi che provengono per l’80% da Cina e India. Misure – ha sottolineato Cattani – da accompagnare a riforme di prospettiva, con una visione chiara. Sono cambiate le reali esigenze dei cittadini e ancor più cambieranno nel futuro. Occorre adeguare la governance ai nuovi bisogni, abbandonando vecchi schemi ideologici che considerano la salute solo come un costo. È quindi più che mai necessaria una riforma che semplifichi anche i processi e riduca i tempi ancora troppo lunghi di accesso ai medicinali con il superamento delle differenze e delle iniquità regionali, la valorizzazione appropriata dei farmaci e dell’innovazione e con regole snelle e nuovi paradigmi, per offrire la salute migliore possibile ai cittadini. Solo così il nostro settore potrà essere ancora più competitivo a livello internazionale” ha concluso Marcello Cattani.

L’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin ha dichiarato: “Ritengo che la Summer School sia un momento sempre molto importante e sottolineo il fatto che le tematiche che affrontiamo ci accompagnano da tempo, come ad esempio che il servizio sanitario nazionale non è finanziato a sufficienza. Questo è un momento molto fragile e difficile, aggravato dal capitolo della pandemia. L’investimento in sanità non è ancora passato come priorità in agenda politica, a fronte di un fatto che ci deve far riflettere, come quello dell’invecchiamento della popolazione. Oggi la forte denatalità e la carenza di figure professionali ci devono fare riflettere. Ci sono forti problemi della medicina di prossimità, se non abbiamo il personale sanitario da inserire in queste strutture. All’interno di tutto questo la grande sfida è il PNRR: una opportunità, ma non esente da chiaro- scuri, perché è debito che va ad aggiungersi ad altro debito. Il rincaro dei costi energetici, i costi Covid che pesano sui bilanci sanitari sono un problema che c’è, così come l’aggiunta dei LEA”.

L’Assessore alla salute della Toscana Simone Bezzini ha dichiarato: “Anche per noi il PNRR e il DM77 rappresentano sfide di rilievo. Una su tutte il tema della prossimità, considerato che siamo la quinta regione per contesto territoriale nel Paese: abbiamo aree rurali, interne, urbane. La sfida è garantire la stessa presa in carico a Firenze come in altri contesti: sull’appennino, all’Isola d’Elba, nelle campagne”.

Ufficio stampa Motore Sanità 
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962 
www.motoresanita.it

È emergenza malattie croniche del fegato

Le malattie epatiche tra i temi della Summer School 2022 di Motore Sanità

Asiago-Gallio, 22 settembre 2022 – Con due milioni di decessi all’anno nel mondo le malattie croniche del fegato rappresentano un’emergenza globale. La disponibilità di nuovi farmaci, specie per l’epatite C, negli ultimi anni ha modificato lo scenario epidemiologico facendo sperare in un’eradicazione dell’infezione e delle sue conseguenze a lungo termine. In realtà ancora molto resta da fare, specie per far emergere il sommerso. Sono in ascesa, inoltre, nuove cause di malattie epatiche e la complessità della loro gestione rimarca l’urgenza di nuovi modelli di organizzazione; in questo ambito le risorse del PNRR potrebbero fornire un importante contributo. Sono questi alcuni dei temi dell’incontro dedicato alle patologie epatiche nell’ambito della SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompente” organizzata da Motore Sanità, in corso ad Asiago fino al 23 settembre, organizzato con i mediapartner di Dentro la Salute, Eurocomunicazione, Mondosanità e Sì Salute e Innovazione.

“Le malattie croniche del fegato causano ogni anno 2 milioni di decessi nel mondo, 1 milione per la cirrosi e 1 per le epatiti acute e l’epatocarcinoma”, illustra Paolo Angeli, Direttore Clinica Medica V -Università di Padova.

La cirrosi, in particolare, rappresenta la 13° causa di morte nel mondo e la 7° in Europa. “Negli ultimi anni abbiamo ridotto il tasso di mortalità per cirrosi soprattutto nei Paesi industrializzati. Abbiamo fatto molto bene anche in Regione Veneto con i tassi passati da oltre 35 ogni 100mila abitanti a 16 nei maschi e a 9 nelle donne. Una riduzione per tutte le eziologie, salvo una: la steatosi non alcolica. Si prevede che nel prossimo futuro ci sarà una pandemia di steatosi epatica non alcolica e di steatoepatite”, aggiunge Angeli che sottolinea la complessità della gestione della cirrosi, specie quando è scompensata. “Per pazienti che hanno una cirrosi scompensata c’è una drastica riduzione della sopravvivenza e un grande numero di ospedalizzazioni, basti pensare che per un paziente ricoverato la probabilità di esserlo nuovamente entro 30 giorni è vicina al 40% ed entro l’anno sfiora il 75%”. Per questi pazienti, sottolinea lo specialista, è urgente un modello di assistenza multidisciplinare affiancato da reti territoriali. Rete che la Regione Veneto ha istituito proprio quest’anno. “Disporre di una rete regionale significa garantire a tutti i cittadini tempestività, continuità e soprattutto l’equità di accesso alle cure”, aggiunge. Come molte altre patologie anche quelle epatiche hanno sofferto l’impatto della pandemia. “Tra le criticità che ci segnalano i nostri pazienti una delle più frequenti è la necessità di recuperare visite per diagnosi e monitoraggio dopo i ritardi accumulati durante la pandemia”, dice Ivan Gardini, Presidente Associazione EpaC Onlus. “Oggi le visite sono state in parte recuperate ricorrendo al privato e al privato convenzionato. Ma chi non ha risorse rischia di andare incontro a un inesorabile peggioramento della patologia. Ce ne stiamo accorgendo con l’epatocarcinoma: ricordo il caso di un paziente che aveva un solo nodulo ma in appena quattro mesi sono diventati otto”. Non è l’unica criticità segnalata dai pazienti: “Molti sono costretti a fare il giro delle sette chiese chiedendo pareri su pareri, allontanandosi dal centro originale e finendo per rivolgersi a centri con minore specializzazione e possibilità di dare la cura ottimale”, aggiunge Gardini che sottolinea come la risposta a queste difficoltà anche per lui risiede nella istituzione di Reti regionali per rispondere in maniera strutturata e organizzata alle esigenze dei pazienti. Alcune Regioni lo stanno facendo. Purtroppo esistono grandi differenze territoriali che potrebbero essere accentuate dall’adozione di modelli istituzionali che intensificassero l’autonomia regionale. “Le impalcature istituzionali richiedono un lavoro di cura. Lo abbiamo visto con la pandemia: senza lo Stato, alcune regioni fortissime sarebbero crollate sotto i colpi della pandemia e se non ci fosse stata l’Europa saremmo crollati noi tutti come Paese. Siamo tutti interconnessi”, dice l’ex ministro della Salute e coordinatrice Rete Sanità e Regioni del Pd Beatrice Lorenzin. “L’autonomia va bene ma solo se è per fare cose in più o migliore”, ha ricordato l’ex ministro. “E’ importantissimo che il fondo sanitario già a ottobre nella prossima legge di bilancio non scenda sotto il 7%, cosa che invece è destinata a fare. Ci vogliono investimenti in ricerca, in risorse umane, in innovazione, aver il coraggio di sperimentare, prendersi a cuore anche i pazienti meno numerosi, tutto questo per garantire il primo indice di democrazia che salvaguardia le democrazie e le società che è la sanità pubblica che è una grandissima occasione”. “Quello che stiamo dicendo per patologie fegato possiamo traslarlo su tante patologie croniche. Queste difficoltà emergono con ancora più prepotenza quando siamo di fronte a pazienti che hanno bisogno di attenzioni particolari”, aggiunge Elisa Pirro, membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato. “Abbiamo fatto un grande sforzo per recuperare le liste d’attesa, stanziando oltre 1 miliardo ma non è sufficiente se permangono le criticità da cui hanno avuto origine: uno su tutti, il problema del personale sanitario che va potenziato. Inoltre, è fondamentale preservare e se possibile rafforzare il finanziamento del fondo sanitario nazionale: siamo arrivati a quota 7%; per noi è imprescindibile che si resti come minimo su questo livello, ma se possibile bisogna cercare di incrementarlo e arrivare all’8%”.

Dello stesso avviso Fabiola Bologna, segretaria XII Commissione Affari Sociali e Sanità della Camera dei Deputati. “In questa legislatura abbiamo posto un principio: quello che soltanto con la collaborazione tra istituzioni, società scientifiche e associazioni dei pazienti, possiamo raggiungere degli obiettivi per migliorare servizio sanitario per cittadini. Questo principio è stato determinante nella legislatura consentendoci di aprire molti tavoli di lavoro. La nuova legislatura si apre con un importante bagaglio ereditato dalla legislatura precedente e reso possibile proprio da questo principio”.

Ufficio stampa Motore Sanità 
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962 
www.motoresanita.it

Gli interventi in sanità generano ricchezza, ma servono nuovi modelli di gestione e di controllo della spesa

Asiago-Gallio, 23 settembre 2022 – “Siamo in una fase della storia oncologica ricca di innovazioni che stanno cambiando le prospettive di cura”, ha detto Alessandro Rambaldi, Direttore di Ematologia ASST Papa Giovanni XXIII, Bergamo, intervenuto alla SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompente ”, in corso di svolgimento a Gallio-Vicenza, organizzata da Motore Sanità , con il contributo incondizionato di Abbvie, Gedeon Richter, Sanofi, Takeda, Becton Dickinson, Angelini Pharma, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Chiesi, Daiichi- Sankyo, MSD, Novartis, Kite a Gilead Company, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, Alfasigma, CDI Centro Diagnostico Italiano, Galapagos Pioneering for patients, GSK, Eli Lilly, Lundbeck, Menarini Group, Servier, Siemens Healthineers, Technogenetics, Teva, VitalAire, Vree Health, Ipsen, Servizi Ospedalieri, UCB Pharma e con i mediapartner di Dentro la Salute, Eurocomunicazione, Mondosanità e Sì Salute e Innovazione. L’incontro in questione, dal titolo: “ACCESSO ALL’INNOVAZIONE DI VALORE: DAL RISPARMIO ECONOMICO, AL RISPARMIO BIOLOGICO, AL RISPARMIO ORGANIZZATIVO”, è stato occasione di confronto tra i più importanti esponenti di spicco nell’ambito della sanità italiana.

Così Mauro Bonin, Direttore programmazione e controllo del servizio sanitario regionale di Regione del Veneto: “Dobbiamo riservarci disponibilità finanziarie da mettere sul campo per fare investimenti. Il problema del PNRR: genererà valore e quale valore? La strategia è chiara: tecnologie, competenze professionali e digitali, nuovi processi di cura. I dati ci dicono che il 90% delle strategie fallisce, non solo in sanità ma in generale. La difficoltà è crear concatenazione tra questi eventi. L’obiettivo è rafforzare le prestazioni sul territorio, come già definito dal PNRR. Il problema è il ritorno dell’investimento. Gli interventi in sanità generano ricchezza. Dal 2022 è previsto un incremento della ricchezza, per via degli incrementi nell’edilizia, di nuovi capitali, etc, ma nel 2024 rischiamo il blocco: dobbiamo perciò generare servizi che restino negli anni. Se non riusciamo a incrementare la ricchezza, visto che il debito va restituito, dobbiamo anticipare il definanziamento del servizio sanitario nazionale. È una sfida enorme”.

Ugo Trama, Responsabile Farmaceutica e Protesica della Regione Campania, ha evidenziato un altro annoso problema da risolvere quanto prima: “Da una parte siamo chiamati a programmare una sanità che deve creare un unicum e, dall’altra, abbiamo tetti di spesa dell’utilizzo del farmaco serrati. A distanza di anni siamo bloccati per via dei cosiddetti sylos”.

Su questo tema è intervenuto anche Claudio Pilerci, Direttore della Direzione Programmazione Sanitaria – LEA Regione del Veneto: “Non ragioniamo più per sylos, ma in un altro modo, perché le risorse sono le stesse. Va coinvolto l’ospedale e il territorio. Dal punto di vista degli interventi si sente la mancanza di un percorso unitario, come ad esempio nelle case della comunità. Stiamo ragionando di implementarle con la diagnostica e di rendere disponibili i medici di medicina generale con il supporto a distanza, secondo un percorso condiviso. Spesso si parla di pazienti cronici, che devono essere accompagnati dai familiari, soggetti che beneficerebbero molto di questi nuovi percorsi, riservando gli ospedali ai casi acuti”.

Nell’ottica del monitoraggio dei costi Davide Integlia, Direttore ISHEO e CRES Trials & Academy ha dichiarato: “Dal mio punto di vista l’attività di monitoraggio delle risorse va fatta non solo nel PNRR, ma anche altrove: è questo l’aspetto cruciale per migliorare il nostro SSN. Io credo che la sfida futura sia quella di trovare le risorse di personale, che aiutino gli ospedali e i medici stessi”.

Ha parlato infine dei pazienti Giuseppe Gioffrè, Referente del Gruppo pazienti linfoma AIL-FIL: “Occorre rivedere tutta la questione della privacy, al fine di snellire le procedure. Noi incentiviamo la ricerca, ma le procedure sono troppo farraginose”.

Ufficio stampa Motore Sanità 
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962 
www.motoresanita.it

Fibromi e endometriosi: “Serve aumentare la sensibilità e l’attenzione ai bisogni delle donne colpite migliorando qualità di vita e percorsi di cura”

Asiago-Gallio, 26 settembre 2022 – I fibromi uterini e l’endometriosi sono due patologie ginecologiche benigne che si verificano quando il corpo della donna sintetizza una eccessiva quantità di estrogeni; alcuni degli effetti più comuni di queste patologie sono sanguinamento uterino, forte dolore pelvico e disturbi mestruali, in particolare per l’endometriosi la patologia è particolarmente subdola e infiltrante altri organi tanto da essere spesso tardivamente diagnosticata e in concomitanza con comorbidità. Tutto questo impatta fortemente sulla qualità di vita e quotidianità delle donne stesse affette da queste patologie. Secondo alcune stime di AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) in Italia sarebbero affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Per quanto riguarda i fibromi, le donne affette in Italia sono circa 3milioni (il 20-40% delle donne in età fertile). Di tutto questo se ne è parlato nella sessione “Patologie benigne dell’utero: “Focus on fibromi ed endometriosi” – Patologie benigne e fertilità: Management e strategie”, della SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione dirompente ”, organizzata da Motore Sanità , con il contributo incondizionato di Abbvie, Gedeon Richter, Sanofi, Takeda, Becton Dickinson, Angelini Pharma, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Chiesi, Daiichi-Sankyo, MSD, Novartis, Kite a Gilead Company, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, Alfasigma, CDI Centro Diagnostico Italiano, Galapagos Pioneering for patients, GSK, Eli Lilly, Lundbeck, Menarini Group, Servier, Siemens Healthineers, Technogenetics, Teva, VitalAire, Vree Health, Ipsen, Servizi Ospedalieri e UCB Pharma. Queste patologie, per molti anni sottovalutate dal sistema salute, richiedono ancora troppo tempo per la diagnosi e le donne che ne soffrono non ricevono abbastanza tutele dallo Stato come spiegato da Sonia Manente, Presidente Associazione Endometriosi FVG OdV “Culturalmente le malattie della sfera femminile sono sempre state sottovalutate, questa cultura coinvolge anche poca informazione – afferma Manente – anche da parte della sfera medica sulle possibilità farmacologiche. Per poter aiutare le pazienti bisogna partire dalla necessità delle ragazze e donne affette da endometriosi: è necessario creare percorsi accelerati per una diagnosi precoce che ad oggi oscilla ancora dai 5 ai 9 anni; è necessario
anche il riconoscimento di queste malattie come patologie cronica ed il loro inserimento all’interno dei LEA. Ad oggi – conclude Manente – non sono nemmeno riconosciuti i permessi di lavoro per sottoporsi agli esami diagnostici per queste patologie, esami che quasi sempre devono essere svolti fuori regione”. Cosa può offrire il PNRR per aiutare le pazienti con endometriosi e fibromi? Alla domanda risponde Monica Santagostini, Presidente AENDO (Associazione Italiana Dolore Pelvico ed Endometriosi) “La paziente ha la necessità di un accesso vicino sul territorio alle cure, i fondi del PNRR possono dare una risposta a questa necessità delle pazienti ma sarà necessario monitorare se quello che verrà fatto funzionerà veramente per i pazienti. Per noi associazioni è questo il dubbio principale: se funzioneranno le azioni intraprese. I pazienti dal punto di vista del monitoraggio del sistema saranno fondamentali e sarà fondamentale che il sistema li ascolti per capire cosa funziona e cosa no”. “Queste malattie hanno la caratteristica entrambe di poter colpire la donna in età riproduttiva – sottolinea Maria Elisabetta Coccia, Responsabile UOC Ginecologia ed Ostetricia – Centro PMA Careggi, Firenze – quindi l’impatto sulla vita delle pazienti può essere devastante. L’approccio a queste malattie è cambiato radicalmente negli ultimi anni, con un approccio sempre più personalizzato e mininvasivo sulla paziente. Oggi la chirurgia – conclude Coccia – non è l’unica soluzione per le donne, soprattutto in età riproduttiva, per avere migliori outcome riproduttivi e minore impatto sulla fertilità”. Dello stesso parere Paolo Petruzzelli, Dirigente Medico ASO OIRM Sant’Anna Torino “Il concetto chiave deve essere che la chirurgia deve venire in seconda battuta, questo concetto deve essere principalmente assorbito dalle società scientifiche. Noi abbiamo creato un PDTA per l’endometriosi che contiene diversi approcci possibili, con questo PDTA abbiamo standardizzato il trattamento e fortunatamente – conclude Petruzzelli – la Regione Piemonte lo ha diffuso su tutto il territorio regionale”. Sono però ben poche le regioni italiane che si sono dotate di un PDTA per standardizzare i sistemi di diagnosi e cura per queste patologie, compresi i fibromi uterini. Perché le alternative alla chirurgia sono poche e arrivate solo negli ultimi anni? Alla domanda risponde Karin Louise Andersson, Dirigente Medico Azienda Sanitaria Toscana Centro, Referente Aziendale per Centro Terapeutico Fibromi Uterini “Le patologie benigne hanno avuto fondi limitati nel tempo e inoltre l’endometriosi ha una eziopatologia complessa, per cui le innovazioni terapeutiche sono numericamente limitate. Da poco in Italia una innovazione in questo campo è l’introduzione di un antagonista del GnRH in associazione con Add-Back therapy, che ha il vantaggio di favorire il controllo della sintomatologia, limitare il dolore associato, migliorando notevolmente la qualità di vita delle pazienti”. Sulla diagnosi gioca un ruolo fondamentale la prevenzione che può e deve iniziare dalla paziente. Su questo concetto sta nascendo un progetto Ministeriale per migliorare la consapevolezza di queste patologie, soprattutto nelle giovani donne, e per migliorare l’autovalutazione. “Con il ministero – spiega Gianfranco Jorizzo, Coordinatore nazionale Comitato Percorso Nascita Ministero della Salute e Responsabile Medicina Prenatale ULSS 6 Euganea – stiamo creando un sistema di prevenzione basato su una serie di domande che come checklist daranno uno strumento di autovalutazione e quando lo score è rosso
vengono consigliati i numeri a cui rivolgersi per i servizi medici. Ancora non abbiamo identificato lo strumento su cui utilizzare questo strumento se una APP per cellulare o altro”. Del ruolo fondamentale che devono svolgere le Società scientifiche ne ha parlato Elsa Viora, Presidente AOGOI “La consapevolezza è sicuramente importante per le donne ma è fondamentale anche per gli operatori e su questo ne sono profondamente convinta. Un problema per queste patologie – prosegue Viora – è anche in ambito diagnostico, passa troppo tempo da quando la donna riferisce i sintomi a quando riceve una diagnosi, noi di AOGOI abbiamo creato un libretto sulla diagnosi strumentale di endometriosi proprio per formare e informare gli operatori sanitari su questa patologia. Inoltre esistono linee guida e i documenti su come trattare al meglio le patologie benigne, ma la problematica è come diffonderli e implementarli, per rispondere a questo – conclude Viora – AOGOI ha sviluppato dei corsi FAD gratuiti e accessibili per un anno”. Ufficio stampa Motore Sanità  [email protected] Laura Avalle – Cell. 320 098 1950 Liliana Carbone – Cell. 347 2642114 Marco Biondi – Cell. 327 8920962  www.motoresanita.it

Combattere l’obesità e gli sprechi con un’alimentazione sana, sostenibile e palatabile: ecco la grande sfida del futuro

Roberto Vettor e Gianluca Mech tra i grandi protagonisti della Summer School 2022 – in corso di svolgimento ad Asiago-Gallio – promossa da Motore Sanità.

Asiago-Gallio, 21 settembre 2022 – L’alimentazione tra i temi protagonisti discussi nella prima
giornata della Summer School 2022 dal titolo “IL PNRR TRA ECONOMIA DI GUERRA ED
INNOVAZIONE DIROMPENTE”, promossa da Motore Sanità.
Così Roberto Vettor, Professore di Medicina Interna Università di Padova: “Siamo di fronte a una
tempesta perfetta, dovuta ai cambiamenti climatici, alla malnutrizione e all’obesità. E a
proposito dell’obesità i numeri, a livello mondiale, sono davvero allarmanti: ne soffrono 41milioni
di bambini e 1,9milioni di adulti. Sottolineo poi due aspetti: in USA a un aumento dell’obesità
corrisponde un’aspettanza di vita minore e poi il fatto che l’obesità infantile comporta un
maggior rischio da adulti di sviluppare malattie cardiovascolari. Non solo. Anche il cancro è
legato all’obesità. Come se non bastasse, sempre nei soggetti obesi, si aggiunge la sindrome di
apnea notturna che è molto preoccupante. I medici si curano poco di questa patologia, con il
rischio di mettere a repentaglio la vita di queste persone. Dobbiamo quindi puntare su una
nutrizione che sia giusta, sostenibile, che abbia un impatto positivo sugli aspetti climatici, etc.
Privilegiare cibi di origine vegetale, a dispetto della carne da consumare solo saltuariamente. In
sintesi: oggi non è possibile che i medici vedano solo una porzione della realtà. Occorre
affrontare i problemi globalmente”.
L’imprenditore e personaggio televisivo Gianluca Mech ha posto l’accento sull’esigenza di
coniugare gusto e salute per un regime dietetico sostenibile, quale nuova sfida dell’industria
alimentare.
“Nel mondo sono 422 milioni le persone che soffrono di diabete di tipo 2”, ha chiosato. “In Italia,
poi, abbiamo purtroppo il record dei bambini più obesi d’Europa. Il cibo cattivo sta prendendo il
posto del cibo buono. I nostri nonni sono più protetti da certe “lusinghe” dei cibi moderni. Le cause
dell’obesità le conosciamo: iperalimentazione, scorretta alimentazione, mancanza di movimento.
La scuola accusa i genitori di dare troppo cibo ai figli, i genitori accusano la scuola di dare ai loro
figli le merendine, i produttori di merendine accusano il fatto che i ragazzi non fanno sport, il
governo non accusa nessuno per non perdere voti. Il problema più grosso è che, alla base, c’è una

grossa ignoranza in tema di alimentazione. C’è una sorta di caccia alle streghe e noi imprenditori
siamo in ballo. Le grandi aziende alimentari possono orientare il mercato, le piccole no. In tutto
questo chiediamoci: dov’è la scuola? Bisogna insistere sulla formazione sia per ridurre gli sprechi
– ad esempio mangiamo solo i filetti a buttiamo altre parti meno nobili dello stesso animale, ma
altrettanto nutrienti – sia per combattere l’ignoranza. Faccio un esempio: viviamo in un
momento di high pro (calorie che arrivano dalle proteine) e sentiamo tanto parlare delle
proteine del frumento, che altro non sono che glutine. Ebbene, non è raro che persone che non
assumono glutine, poi consumino proteine del frumento. Detto ciò, il problema è conciliare il
cibo sano con la palatabilità. Questa sarà la sfida dell’industria alimentare”.

Ufficio stampa Motore Sanità 
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962 
www.motoresanita.it

Al via la nona edizione della Summer School di Motore Sanità

“Ecco le azioni rapide, concrete ed efficaci da mettere in campo”.


Il futuro della sanità italiana secondo clinici, associazioni di pazienti e politici
Asiago-Gallio, 20 settembre 2022 – Le grandi sfide a cui il Paese è andato incontro nell’ultimo biennio
hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute vada globalmente sostenuta con
più risorse ed energia. Nessuno si sarebbe aspettato che in uno scenario di “guerra” causata dal
virus Sars-Cov-2 riapparisse lo spettro di una reale guerra fratricida in Europa al quale si affianca ora
il tema dei rincari delle materie prime che irrompe pesantemente nello svolgersi della
programmazione e impone particolare attenzione al quadro economico. Cosa fare per riportare
l’attenzione su una ripartenza difficile con azioni rapide, concrete ed efficaci da mettere in campo
è il tema centrale della “SUMMER SCHOOL 2022 – Il PNRR tra economia di guerra ed innovazione
dirompente” organizzato da Motore Sanità, il 21, 22, 23 settembre a Gallio, nell’Altopiano
di Asiago, in provincia di Vicenza, in Veneto, con il contributo incondizionato di Abbvie, Gedeon
Richter, Sanofi, Takeda, Becton Dickinson, Angelini Pharma, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim,
Chiesi, Daiichi-Sankyo, MSD, Novartis, Kite a Gilead Company, Janssen Pharmaceutical Companies
of Johnson & Johnson, Alfasigma, CDI Centro Diagnostico Italiano, Galapagos Pioneering for
patients, GSK, Eli Lilly, Lundbeck, Menarini, Servier, Siemens Healthineers, Technogenetics, Teva,
VitalAire, Vree Health, Ipsen, Servizi Ospedalieri, UCB Pharma e con i mediapartner di Dentro la
Salute, Eurocomunicazione, Mondosanità e Sì Salute e Innovazione.
In questi 3 giorni si susseguiranno sessioni formative focalizzate su digitalizzazione in sanità,
politiche delle risorse umane, benessere ed efficienza organizzativa, innovazione ed evidenze di
valore, cambiamento climatico.
“Una garanzia per il futuro è la velocità attuale ella ricerca, ma dovremo saperla sfruttare” ha
ammesso Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità. “In questa nona edizione
cercheremo di capire come creare competenze nuove, in particolare nel territorio su patologie
croniche a complessa gestione; come, circa l’innovazione in arrivo, realizzare una formazione
rapida ed efficace e chi dovrà fare cosa; cercheremo di portare idee, proposte e buone pratiche per
la semplificazione e la sburocratizzazione di sistema (piani terapeutici, home delivery dei farmaci);
capiremo come sarà possibile programmare le risorse per l’allocazione per silos di spesa a quella
sull’intero percorso di cura e, infine, come garantire un equo accesso alla diagnostica e alla terapia
e quali nuovi indicatori per misurare l’appropriatezza degli interventi e l’efficacia sugli esiti nel
real world”.
Faranno sentire la loro voce clinici, istituzioni, associazioni di pazienti e, in questa nona edizione,
anche i politici, che attraverso porteranno al pubblico presente e collegato da remoto la loro idea
di sanità del futuro che metta concretamente al centro il paziente con i suoi reali bisogni.
Motore Sanità con gli esperti della sanità italiana – medici, istituzioni regionali, associazioni di
pazienti – indicheranno i passi da compiere per disegnare il futuro della sanità:

  1. la valorizzazione degli operatori, che hanno già saputo dimostrare le loro capacità sia di
    adattamento che di risposta;
  2. una formazione puntuale di tutti gli operatori è necessaria in questo scenario di
    cambiamento; dare contenuti condivisi alle nuove strutture a supporto del territorio e
    rendere sempre più efficace l’interscambio professionale;
  3. rivedere il ruolo di una rete ospedaliera che dovrà rimanere snodo chiave della assistenza
    sanitaria; necessità di superare il concetto di costo in sanità;
  4. in tema di innovazione è necessario costruire strumenti/percorsi per tutti gli attuali modelli
    organizzativi; abbattere le anacronistiche incomprensioni tra professionisti;
  5. mettendo al centro il lavoro delle nostre aziende sanitarie, dei nostri professionisti, delle
    strutture accreditate, delle aziende farmaceutiche e tecnologiche, buone leggi e buone
    nuove regole sono scritte e si stanno scrivendo, come ad esempio, la legge sulle malattie
    rare, le nuove note AIFA, i Piani nazionali di patologia (PNC, PNCAR, PNAIDS, PNEV), ma come
    non farle rimanere bei libri dei sogni?
  6. quanti modelli scritti corrispondono già percorsi assistenziali operativi, adeguati alle nuove
    tecnologie (farmaci, devices, strumenti informatici)? Quanti sono diventati strutturali
    cessata l’emergenza pandemica?
  7. dal PNRR scritto al modello realizzato: come passare dai numeri previsti delle nuove
    strutture ai bisogni reali? Come alimentare le carenze di personale che stanno portando al
    collasso il sistema? Come rendere strutturali le risorse per i costi aggiuntivi?
  8. Come uscire da una logica troppo legata a volte a situazioni normative delle singole
    categorie professionali

Ufficio stampa Motore Sanità
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962
www.motoresanita.it

Il 21, 22 e 23 settembre ritorna la Summer School 2022 di Motore Sanità

Quale sarà il futuro della sanità italiana?

A pochi giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento italiano la
Direzione Scientifica di Motore Sanità apre un dibattito
costruttivo con la politica italiana per dare la possibilità di
esprimere la propria visione futura sul tema della sanità

Tre giorni di confronti e tavole rotonde con i massimi esperti della sanità italiana per disegnarne
il futuro. Il 21, 22 e 23 settembre si terrà ad Asiago la IX edizione della SUMMER SCHOOL 2022 di
Motore Sanità. Al centro dell’evento le grandi sfide a cui il Paese è andato incontro in questo
ultimo biennio che hanno cambiato il mondo, facendo comprendere come la salute sia un
impegno globale che va sostenuto con più risorse e più energia. Al centro dell’attenzione una
ripartenza difficile che richiederà azioni rapide e concrete da mettere in campo.
Le prospettive demografiche ed epidemiologiche continueranno ad essere al centro di interventi
che, specialmente in ambito sanitario, dovranno essere appropriati e utili. In tutto questo la
notizia positiva è che la scienza non si è fermata, ma ha prodotto una innovazione straordinaria
che deve però essere supportata da una analoga velocità del sistema di recepirla e metterla a terra
in modo uniforme.
Come nelle passate edizioni della Summer School di Motore Sanità, gli opinion leader della sanità
italiana si incontreranno per affrontare alcuni dei temi più importanti riguardo la salute e la
sanità. Ma non possiamo trascurare il fatto che questa edizione si svolgerà a pochi giorni dal voto
per il rinnovo del nostro Parlamento.
Per questo motivo la Direzione Scientifica di Motore Sanità ha deciso di contribuire ad un
dibattito costruttivo della politica italiana in ambito sanitario offrendo spazio a quelle forze
politiche che vorranno esprimere le proprie indicazioni riguardo il vasto tema della sanità
italiana, con lo scopo di essere sempre aggiornati e tempestivamente operativi.
La Direzione scientifica di Motore Sanità è composta da:
Claudio Zanon, Direttore Scientifico, Chirurgo e Oncologo, già Direttore Generale dell’ARESS
Piemonte, già Direttore Sanitario dell’Ospedale Valduce di Como e di Villa Beretta di Lecco,
Membro del Consiglio Superiore di Sanità dal 2010 al 2013

Valerio Biglione, una trentennale esperienza maturata nel mondo farmaceutico con particolare
riferimento alle tematiche di accesso e sostenibilità sanitaria a livello nazionale e regionale
Giulio Fornero, già Medico di Direzione sanitaria, già Direttore sanitario e Direttore generale di
Ospedali e ASL di Torino
Paolo Guzzonato, Farmacista, già Manager con vari ruoli in aziende farmaceutiche
Walter Locatelli, già Direttore Generale di ASL lombarde, già Commissario straordinario
dell’Azienda ALISA di Regione Liguria, già Vicepresidente FIASO
Carlo Tomassini, già Direttore Generale dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena e Pisa, già
Direttore dell’Assessorato di Regione Toscana

Ufficio stampa Motore Sanità 
[email protected]
Laura Avalle – Cell. 320 098 1950
Liliana Carbone – Cell. 347 2642114
Marco Biondi – Cell. 327 8920962 
www.motoresanita.it

Cancro: nuove terapie ma per i pazienti una comunicazione chiara sulla loro appropriatezza

Ne sono convinte le associazioni di pazienti oncologici che hanno fatto sentire la loro voce al convegno “ONCOnnection – Stati Generali dell’oncologia Nord Ovest”, organizzato da Motore Sanità

Torino, 16 settembre 2022 – “Il cambiamento culturale nei percorsi di cura delle malattie oncologiche necessita di un appropriato sistema di governance garantito da reti oncologiche regionali realmente attive e supportate da finanziamenti adeguati per bilanciare costi e benefici, per promuovere lo sviluppo di competenze e investire in tecnologie in grado di gestire queste nuove opportunità di cura”. Ne sono convinte le associazioni di pazienti oncologici che hanno fatto sentire la loro voce durante il convegno “ONCOnnection. Stati generali – Nord Ovest: Piemonte, Liguria, Lombardia” organizzati da Motore Sanità con la sponsorizzazione non condizionante di Daiichi-Sankyo, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, Gilead, Merck, Novartis e Takeda.

Davide Petruzzelli, esecutivo nazionale Favo e presidente de “La Lampada di Aladino onlus” sulla rivoluzione che sta attraversando l’oncologia ha commentato “Il legame del binomio cancro=morte sta divenendo sempre più debole grazie alle innovazioni in ambito diagnostico e terapeutico. Per poter cogliere al massimo il loro potenziale intrinseco è necessario rivisitare per ottimizzare i modelli organizzativi e relative modalità di presa in carico, puntando ad assicurare accessi rapidi e omogenei in tutte le strutture oncologiche della nazione. L’innovazione diagnostica e terapeutica non basta per rendere la cura a misura del singolo. Ne è un esempio l’oncologia di precisione, ambito in cui il percorso di approvazione del farmaco e del test per il biomarcatore, quando richiesto, possono non essere sincroni. Abbiamo ancora farmaci approvati e rimborsati che di fatto non risultano accessibili in quanto i relativi test per la loro prescrizione non sono autorizzati/rimborsati”.

È importante che il volontariato passi da un ruolo ancillare ad un ruolo da protagonista, però per essere protagonisti bisogna essere preparati. Quindi è molto importante la formazione sui contenuti per poter difendere la verità scientifica” questo invece il commento di Valeria Martano, Presidente Associazione Vita di Chieri, in provincia di Torino.

Il mondo dell’oncologia ha due grossi vantaggi: una ricerca molto importante e un rapporto medico-paziente importante con una estrema fiducia del paziente negli specialisti – ha spiegato Ugo Viora, Executive manager AMaR Piemonte onlus e responsabile del Coordinamento delle associazioni di malati cronici del Piemonte -. Il paziente vorrebbe avere un’apertura totale nelle nuove terapie ma non è né possibile né giusto dargliela, l’importante è quindi creare una comunicazione chiara e trasparente sull’appropriatezza delle terapie innovative. Sulla rimborsabilità dei farmaci noi associazioni possiamo fare poco ma sicuramente possiamo stare al fianco degli esperti in questa battaglia”.

Angelo Penna, direttore generale ASL Novara, ha portato l’esperienza della sua realtà. “La nostra azienda rispetto alle innovazioni si pone con grande interesse, le nuove innovazioni le viviamo, però, molto lontane dalle necessità del nostro paziente; il nostro ruolo spesso non è solo quello di attuare queste terapie innovative ma di informare nella maniera più corretta su cosa sono queste innovazioni e dove possono essere erogate. Un ospedale di provincia però deve confrontarsi con una drammatica carenza di medici e specialisti. Però va anche rassicurato il cittadino garantendo che anche con tutte le nostre difficoltà riusciamo ad erogare cure e diagnosi di alta qualità”.

Secondo Francesco Locati, direttore generale dell’Asst di Bergamo Est “l’innovazione nei servizi sanitari e nelle modalità con cui vengono erogate le cure rappresenta una delle sfide decisive che si profilano al nostro orizzonte. In particolare l’innovazione diagnostica, soprattutto in un settore come quello oncologico, è strettamente correlato alle strategie terapeutiche che sono sempre più improntate alla medicina di precisione. Il laboratorio e la clinica, che mai come in questo momento si presentano come un binomio in grado di incidere in termini di beneficio reale per i pazienti, fanno tesoro dell’esperienza acquisita durante la pandemia da Covid-19. La sinergia di vari attori, stimolata dall’emergenza sanitaria, ha favorito lo sviluppo e la successiva implementazione di sistemi open, versatili per la diagnostica anche su grandi numeri”.

Sui grandi passi della medicina di precisione è intervenuto Paolo Pronzato, Coordinatore DIAR Oncoematologia di Regione Liguria. “La medicina di precisione comporta tre aspetti di rilievo: diagnostica molecolare, terapie innovative, sostenibilità economica. Se pensiamo di fondare le nostre scelte terapeutiche più importanti (medicina di precisione) sul risultato di test di profilazione genomica, allora bisogna che consideriamo: la necessità di avere laboratori di genomica altamente qualificati (l’accuratezza del risultato è fondamentale per la scelta terapeutica ed il risultato), quali si possono realizzare (considerando anche i costi di apparecchiature e risorse umane) solo come hub (d’altro canto è il materiale del prelievo che può viaggiare verso di essi), gruppi di lavoro (Molecular Tumor Board) che abbiano la competenza per l’interpretazione dei test e quindi includano non solo clinici, ma anche genetisti, bioinformatici, ecc,; un sistema di erogazione dei farmaci a bersaglio molecolare che sfrutti tutte le risorse disponibili in collaborazione con l’industria (quindi farmaci registrati, ma anche farmaci in sperimentazione)”.

Stiamo cercando di creare una centralizzazione del sistema di next generation sequencing che non ha una ragione di essere polverizzato sul territorioha commentato Carlo Alberto Tondini, Oncologia dell’ospedale di Bergamo – ASST Papa Giovanni XXIII -. Il centro di riferimento sarà però connesso e lavorerà a stretto contatto con gli altri ospedali e con il territorio. Altra cosa importante su cui stiamo lavorando è il nuovo concetto di continuità tra ospedale e territorio: attualmente non esiste un modello organizzativo consolidato, va quindi creato un nuovo modello che tenga conto anche delle nuove figure professionali che saranno necessarie per far funzionare il nuovo territorio”.

Sui farmaci innovativi si è espressa Barbara Rebesco, Direttore SC Politiche del Farmaco Alisa di Regione Liguria. “L’istituzione del fondo per i farmaci innovativi è una opportunità ed una strategia che favorisce l’accesso all’innovazione. Questa strategia è stata consolidata grazie anche all’ampliamento del fondo con la finanziaria di quest’anno. Per questo riguarda la gestione dei farmaci innovativi nella nostra Regione abbiamo la possibilità di disporre di un ottimo strumento di gestione e organizzazione che è il DIAR che rende la rete oncologica maggiormente potente ed efficace. In generale l’approccio che noi abbiamo è di assicurare di coinvolgere tutte le oncologie della Regione proprio per garantire capillarmente l’accesso all’innovazione sul territorio; naturalmente alcuni farmaci che richiedono expertise e competenze centralizzate vengono gestiti in maniera differente”.

Ma quanto oggi c’è davvero un interesse nei confronti dell’oncologia nel mondo politico?”ha posto l’interrogativo Roberto Labianca, oncologo medico, già direttore del Cancer Center ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo.“Anche in fase elettorale dalla classe politica non si sono sentite proposte in oncologia. Troppo spesso si pensa di risolvere tutti i problemi facendo tavoli e gruppi di lavoro e la stesura di documenti. Non basta creare un elenco di cosa andrebbe fatto senza un ragionamento in termini di sostenibilità e attuazione. L’obbiettivo deve essere la concretezza, bisogna parlare meno e realizzare degli obiettivi molto concreti. Attualmente si parla anche di oncologia territoriale, attualmente esistono progetti e fondi, bisogna solo realizzarli. Bisogna capire il ruolo e l’interesse dei vari attori all’interno dei sistemi a rete, soprattutto dal punto di vista istituzionale”.

Ufficio stampa Motore Sanità 

[email protected]

Laura Avalle – Cell. 320 098 1950

Liliana Carbone – Cell. 347 2642114

Marco Biondi – Cell. 327 8920962

www.motoresanita.it