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La Campania è da sempre regione di eccellenze in ambito oncologico: le Università, i centri di ricerca ad alta specializzazione, gli ospedali territoriali, con tutti i servizi di cure oncologiche annessi, sono infatti all’avanguardia nella cura dei tumori. Da qualche anno la Regione Campania, per rispondere alla crescente domanda di salute dei propri cittadini, si sta impegnando nell’innovare questa complessa rete di enti, ospedali e professionisti. La conseguenza operativa principale di questo obiettivo è quella di creare una moderna rete all’interno della quale far lavorare tutti i professionisti in campo, mettendo a fattor comune competenze, modelli assistenziali virtuosi, analisi di dati. E’ così che l’istituzione della Rete Oncologica Campana (ROC), la cui governance è organizzata secondo il modello Hub & Spoke, riflette la necessità di uniformare le cure assistenziali, ricercando il giusto equilibrio tra accentramento e decentramento, competenze cliniche ed amministrative, tenendo fermo il principio di prossimità dei servizi al paziente malato. Implementando questo disegno organizzativo, l’IRCCS “G. Pascale”, che già riveste un ruolo guida all’interno della ROC, si è fatto promotore di un’unione di intenti tra reti oncologiche presenti nel Mezzogiorno, che ha portato alla nascita di un consorzio dotato di propria personalità giuridica, dal nome evocativo di AMORe (Alleanza Mediterranea Oncologica in Rete). L’ulteriore obiettivo è quello di creare una rete delle reti con la convinzione che la quantità di output generati da un sistema di questo tipo sia maggiore della somma degli output generati dalle singole reti che lo compongono. Infatti in un momento di così grande fermento dal punto di vista dell’innovazione tecnologica (farmaci e dispositivi), una struttura così allargata è certamente più moderna, snella e meglio predisposta a ricevere l’innovazione stessa, così come a gestirne le ricadute cliniche ed organizzative. Ma solo attraverso una comunicazione efficace e trasparente, i cittadini potranno comprendere il valore ed i vantaggi di un sistema allargato ma coeso di questo tipo, trovando con più acilità i percorsi assistenziali efficienti nei propri territori tali da evitare, il fenomeno della mobilità passiva che spesso porta il paziente ad inutili viaggi della speranza.