RAZIONALE SCIENTIFICO
Il diabete da molti viene definita “la malattia cronica” poiché il suo impatto gestionale è davvero rappresentativo di una cronicità complessa a 360°. Esso rappresenta infatti la prima causa di cecità, la prima causa di amputazione non traumatica degli arti inferiori, la seconda causa di insufficienza renale terminale fino alla dialisi o al trapianto, la concausa di almeno la metà degli infarti e degli ictus.
L’International Diabetes Federation (IDF) nel 2019 indica circa 463 Mln di adulti (20-79 anni) con diabete nel mondo e una prevalenza in continuo aumento (entro il 2045 700 milioni), soprattutto per quanto riguarda il diabete di tipo 2. Gli stessi dati riferiti all’anno 2019 indicano inoltre che più di 4 Mln di persone tra 20 e 79 anni, siano morte per cause connesse al diabete.
In Italia secondo il bollettino epidemiologico nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sarebbero tra 3,4 e 4 Mln le persone con diabete ma si pensa che via sia una importante ulteriore quota di sommerso (circa 1,5 Mln non sanno di averlo e 4 Mln sarebbero ad alto rischio di sviluppare la malattia).
Secondo le stime più recenti, la spesa per diabete tra costi sanitari diretti e indiretti ammonterebbe attualmente ad oltre 20 Mld €/anno. Oltre alla complessità socio-assistenziale nota, questi numeri fanno comprendere l’impatto economico attuale. Nonostante tutto ciò ed il graduale, costante invecchiamento della popolazione, grazie soprattutto alla grande innovazione prodotta nell’ultimo decennio, le ospedalizzazioni hanno un andamento decrescente (riduzione media annua del 5,5% nel periodo 2010-2018).
Il controllo glicemico è un aspetto fondamentale per la prevenzione delle molte potenziali complicanze che si presentano in questi pazienti e per una buona gestione quindi della malattia. A tal punto che i dati delle società scientifiche nazionali indicano nel mancato controllo glicemico una riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete mediamente di 7-8 anni.
Sappiamo inoltre che questa criticità è causata da 2 fattori principali: la mancata aderenza alle terapie e la mancata regolare misurazione della glicemia in almeno il 50% dei pazienti che evitano volentieri di bucarsi tutti i giorni. Questo crea maggiori rischi di iperglicemie e/o ipoglicemie: in media, considerando anche solo queste ultime, i dati indicano che esse si presentano 2 volte a settimana e nel 74% dei casi per pazienti con diabete di tipo 1 possono portare la persona ad un errato utilizzo dei farmaci ipoglicemizzanti con le conseguenti complicanze diabete-correlate.
Le innovazioni tecnologiche recenti, hanno fornito strumenti in grado di cambiare l’evoluzione e il controllo della malattia, restituire una qualità di vita decisamente semplificata/migliorata, consentire una riduzione significativa dei costi di gestione, per effetto di minori ospedalizzazioni ed accessi al pronto soccorso.
Visto l’impatto di questa innovazione in una patologia a così elevato impatto sui SSR, Motore Sanità intende aprire un confronto tra le diverse istituzioni regionali, gli esperti di settore e le Associazioni di cittadini per capire come renderne equo ed uniforme l’accesso attraverso criteri di eleggibilità condivisi, mantenendo la sostenibilità.
Tutto ciò partendo dal presupposto che ad ogni cittadino, in ogni territorio del paese debbano essere garantite le stesse opportunità sulle migliori cure disponibili e che questa innovazione venga intesa come un necessario e vantaggioso investimento sia dal punto di vista economico che di buona salute.