VENETO e covid-19 nel paziente a rischio ospedalizzazione COME OTTIMIZZARE I PERCORSI DALLA DIAGNOSI ALL’ACCESSO ALLA TERAPIA APPROPRIATA
RAZIONALE
Secondo i dati Oms di monitoraggio a livello globale dell’attuale pandemia, si osserva una continua riduzione di contagi settimanali, comunque ampiamente sottostimati, e morti.
Grazie all’elevato numero di soggetti immunizzati con il vaccino o con l’infezione naturale e alla circolazione di un virus ad alta trasmissibilità ma a bassa virulenza, si sta andando verso un’endemia. Alla luce di queste considerazioni, si deve tenere presente che il virus continuerà a circolare e si deve essere pronti ad assistere i soggetti infetti, soprattutto le popolazioni di pazienti fragili e defedati affinché non vadano incontro a un’evoluzione della malattia, che metterebbe a rischio la loro salute e lo stesso funzionamento degli ospedali.
Quindi occorre non solo non abbassare la guardia, seguitando a dare corso alle corrette pratiche vaccinali, ma essere attenti nel trattare queste particolari popolazioni con le terapie adeguate che attualmente sono a disposizione della classe medica.
Ad oggi stenta ad entrare nella routine clinica l’utilizzo dei farmaci antivirali mirati alla cura dell’infezione, che devono essere utilizzati entro i primi 5 gg dalla comparsa dei sintomi, riuscendo a prevenire il rischio di ospedalizzazione nell’80% dei casi. Nonostante le iniziative messe in atto per facilitare l’accesso a queste terapie, rendendo disponibile la prescrizione ai MMG e la distribuzione attraverso le farmacie territoriali, la situazione non è migliorata, infatti risulta molto disomogenea secondo i dati ufficiali di monitoraggio tra regione e regione.
Motore Sanità proseguendo con la Regione Veneto attraverso un confronto aperto tra tutti gli attori di sistema, vorrebbe comprendere quali siano i motivi di questa situazione e fornire idee/soluzioni per garantire un percorso appropriato in particolare per le popolazioni a rischio.