Summer School 2021: Sessione parallela – 17 Settembre
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⇒ Comunicato Stampa – Farmaci equivalenti, Italia decisamente indietro
⇒ Comunicato Stampa – Il Covid e l’antimicrobico resistenza
⇒ Comunicato Stampa – Impennata di liste di attesa e malati cronici senza percorsi di cura
⇒ Comunicato Stampa – La pandemia e le nuove fragilità emergenti
⇒ Comunicato Stampa – Le grandi sfide dell’oncologia il Sars-Cov-2
⇒ Comunicato Stampa – Leucemia linfatica cronica e nuove terapie
⇒ Comunicato Stampa – Malattie rare e farmaci, ancora poche ricerche di nuove soluzioni
⇒ Comunicato Stampa – Malnutrizione, il 20 dei pazienti oncologici muore per le gravi conseguenze
⇒ Comunicato Stampa – Super batteri resistenti, è emergenza sanitaria
⇒ Comunicato Stampa – Tumore al seno triplo negativo cosa abbiamo e cosa manca
L’Expert Panel on investing in health della Commissione Europea (EXPH), ha indicato 4 quattro categorie su cui lavorare in tema innovazione: tecnologica (tecnologie a bassa ed alta complessità), organizzativa (modelli, strutture, processi), prodotti e servizi (farmaci e servizi innovativi), risorse umane (personale sanitario, pazienti, cittadini e comunità). Oggi la pandemia che ha messo in ginocchio i sistemi sanitari di tutto il mondo non potrà che accelerare su questa innovazione tanto attesa. Prendendo spunto da questo Motore Sanità ritiene che il SSN dovrà riorganizzarsi cercando di realizzare la sua “REVOLUTION”, pensando al di fuori degli schemi senza impaludarsi sugli stereotipi che hanno frenato lo sviluppo ma senza però stravolgere i concetti basilari che ne costituiscono i principi irrinunciabili, affrontando le carenze emerse nella pandemia.
In Italia molti di questi cambiamenti, si attendevano come necessari, erano scritti da tempo sui documenti ufficiali, spesso bellissimi libri dei sogni sistematicamente disattesi, ma oggi sono divenuti improcrastinabili. Alcuni punti su cui lavorare:
- Assistenza ospedaliera, con il coinvolgimento finalmente di strutture pubbliche e private accreditate unite in un unico obiettivo assistenziale.
- Modello ospedale/territorio perpetuato negli anni non rispondente più alle attuali esigenze di salute. Durante la pandemia le regioni, come era previsto oramai da tempo sulla carta, hanno dovuto improvvisare (pur mancando personale ed attrezzature) iniziative di digitalizzazione/condivisione di dati e servizi di telemedicina con funzioni di raccordo fra territorio e sistema di emergenza-urgenza
- Rete di assistenza territoriale emersa in tutte le sue debolezze: dalla corsa frenetica delle regioni con istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 alla implementazione dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) per aumentare le prestazioni domiciliari, diminuendo il ricorso a forme di assistenza intermedia e ricoveri.
- Burocrazia annosa, con obbligo di semplificazione immediata (es° proroga del rinnovo dei piani terapeutici in scadenza e delle prescrizioni mediche di farmaci essenziali per le malattie croniche, distribuzione dei farmaci, norme speciali approvate per la sperimentazione clinica e per l’uso compassionevole dei farmaci in fase di sperimentazione con la finalità di migliorare la capacità di coordinamento e di analisi delle evidenze scientifiche).
In tutto questo scenario si è compreso immediatamente quanto grave fosse la situazione del depauperamento delle risorse destinate al territorio e/o non efficacemente impiegate: personale insufficiente e precariamente formato, strumenti di cura inadeguati ai bisogni attuali, tecnologia innovativa inesistente o sottoutilizzata, organizzazione dei percorsi di cura imbavagliata da rigidi silos per nulla affatto connessi.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno che delinea in sé la necessità di una nuova e fondamentale fase programmatoria per la salute dei cittadini. Ma questa fase dovrà vedere protagonisti tutti gli attori di sistema e dovranno essere messi da parte gli interessi professionali ed abbattute le barriere che li dividono. Medici, farmacisti, infermieri, tecnici, decisori politici, industria e cittadini, tutti con la stessa dignità, dovranno essere insieme i motori di un cambiamento che non può più essere fermato. Si dovrà innovare con coraggio e rapidità, attraverso la distruzione creativa classica dei grandi cambiamenti prima culturali e poi organizzativi.