Purtroppo è alto il rischio cefalee per chi usa tanto i dispositivi di protezione individuale. Da quando il Covid-19 ha fatto la sua comparsa sono numerosissimi gli studi che ne cercano di identificare gli effetti clinici e sociali del virus e di tutto ciò che ne è scaturito, come lockdown e utilizzo di dispositivi di sicurezza individuale. Da poco è stato reso noto una ricerca che è andata ad analizzare il collegamento tra coronavirus e cefalee.
Rischio cefalee: le ricerche dell’Università de l’Aquila
Secondo quanto emerso dallo studio presentato da Simona Sacco, professore ordinario di Neurologia presso l’Università dell’Aquila, l’utilizzo prolungato di dispositivi di protezione e il distanziamento sociale possono causare un peggioramento della cefalea. Il mal di testa di per sé è uno dei sintomi che spesso accompagna i pazienti infettati dal Covid-19 ma la cefalea può essere però anche associata all’uso di mascherine professionali, occhiali protettiti e visiere.
La causa va identificata nella compressione prolungata di cinturini stretti intorno alla testa, dalla difficoltà respiratoria e dalla ridotta capacità visiva. Tutti fattori di stress a cui gli attori del sistema sanitario sono sottoposti anche quattordici ore al giorno.
Ad essere a rischio di cefalee sono quindi i medici e gli infermieri che da mesi devono utilizzare una moltitudine di DPI (dispositivi di protezione individuale) ma anche tutti quei lavoratori che dovendo stare a contatto con il pubblico devono indossare mascherine per lunghi periodo di tempo. C’è poi da considerare l’impatto del distanziamento sociale che può essere fonte di stress e quindi di cefalee.
Thomas Riccardo