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Stampa 3D: fa recuperare l’udito ad una bambina

stampa 3D

La stampa 3D negli ultimi anni viene impiegata sempre più spesso in ambito medico.

I principali campi di applicazione della tecnologia additiva oggi sono nella chirurgia maxillofacciale, dove la stampa 3D e la modellazione 3D vengono utilizzate per allineare i frammenti ossei, trovare angoli per correzioni chirurgiche e stampare modelli 3D che possono essere utilizzati per pre-piegare piastre in titanio e altre strutture di supporto. In ortopedia la stampa 3D viene impiegata per realizzare guide di taglio personalizzate che si adattano esattamente all’osso del paziente e che indicano con precisione al chirurgo dove tagliare durante l’intervento. Nella chirurgia cardiaca il modello stampato in 3D aiuta la comprensione di interventi chirurgici complicati da parte dei pazienti e dei loro familiari, così come aiuta l’intera squadra operativa e il team di assistenza post-chirurgica a comprendere meglio l’intervento, con evidenti benefici per il paziente.

Questa tecnologica è stata da poco applicata anche in Italia, è il caso di una giovanissima paziente che per una malformazione congenita aveva gravi problemi di udito e che grazie alla stampa 3D è tornata a sentire. L’intervento, primo nel suo genere in Italia, si è svolto presso l’ospedale pediatrico Santobono-Pausillipon di Napoli. L’ intervento chirurgico è stato eseguito dall’equipe composto dai dottori Antonio della Volpe, direttore del dipartimento, De Lucia, Varicchio e Granata della Chirurgia Protesica della Sordità Infantile, che è Centro di riferimento regionale per gli impianti cocleari pediatrici del Santobono, utilizzando, per la prima volta in Italia, una tecnica innovativa in campo otochirurgico per la pianificazione pre-operatoria.

La bambina era affetta da Atresia Auris, una malformazione congenita con assenza del padiglione auricolare, del condotto uditivo esterno e dell’orecchio medio, malattia che le causava un deficit uditivo e che per la sua natura rendeva l’operazione molto complessa. Per aggirare la complessità dell’intervento è intervenuta la tecnologia 3D, infatti grazie all’utilizzo di moderni software di elaborazione di immagine è stato possibile riprodurre un modello digitale 3D della zona interessata e sul quale gli specialisti hanno potuto effettuare un planning chirurgico pre-opratorio , grazie al quale è stato possibile visualizzare più accuratamente l’anatomia del paziente e stabilire la strategia operatoria con estrema precisione.

Riccardo Thomas

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