Un’equipe dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha effettuato con successo un trapianto di midollo su un bambino di 6 anni affetto da leucemia linfoblastica acuta.
Dopo essere stato sottoposto al trattamento con plasma, una volta negativizzato, ha ricevuto il trapianto con le cellule staminali prelevate dal papà ed ora sta bene. Ma non tutto è filato liscio come sembrerebbe, le peripezie di questa famiglia di origini inglesi, iniziano negli ultimi mesi del 2019, esattamente ad ottobre. Arrivano per la prima volta in Italia, all’Ospedale Bambino Gesù di Roma per curare una recidiva della malattia del piccolo, la leucemia linfoblastica acuta.
Decisa la necessità di un trapianto di midollo, l’équipe del Dipartimento di Oncoematologia e Terapia Cellulare e Genica dà il via al programma di terapie per consente al trapianto di avere le migliori probabilità di successo. In quel periodo le cure vanno al meglio, e non avendo trovato un donatore si decide di procedere con il trapianto di cellule staminali di un genitore. Ma proprio in piena pandemia da Coronavirus, al momento di decidere quale genitore sia il candidato, tutti 3 risultano essere positivi all’infezione COVID19, e quindi ovviamente per procedere con il trapianto è necessario che tutti siano negativizzati al virus, ma con un occhio alla malattia che non rischi nuove recidive. A quel punto per facilitare la guarigione del bambino si opta per l’infusione di plasma iperimmune, dopo aver avuto l’ok dal Comitato Etico del Bambino Gesù e il nulla osta del Centro Regionale Sangue e grazie alla collaborazione con l’Ospedale Spallanzani e l’Ospedale San Camillo. Una volta che al bambino vengono effettuate tutte le cure del caso, e la positività all’infezione da Coronavirus sia risultata negativa, e la scelta sul donatore di midollo è ricaduta sul padre del bambino stesso, anche lui risultato negativo al tampone è stato possibile finalmente procedere.
Questo trapianto di midollo è stata una sfida vinta e un ottimo lavoro di squadra.
Stefano Sermonti