Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology Italy: “E’ fondamentale essere vigili e continuare con convinzione il percorso verso un pieno riconoscimento delle specificità di genere, insieme ad azioni per migliorare la qualità della vita delle professioniste impegnate sul campo”.

At the doctor

27 maggio 2022 – Secondo il rapporto del World Economic Forum (Wef) sul divario tra uomo e donna, che ha esaminato le aree cruciali in cui le disparità di genere emergono prepotentemente: lavoro, istruzione, salute e rappresentanza politica, l’Italia si piazza al 84esimo postoUltima tra i Paesi dell’Europa. Seguita, tra i Paesi avanzati, solo dal Giappone, ma preceduta perfino da Botswana, Romania e Paraguay. 

Anche nel mondo sanitario il gap di genere è evidente, sottolinea la Professoressa Rossana Berardi, Presidente di Women for Oncology ItalySolo due direttori generali su dieci sono donne. La presenza femminile ai vertici delle direzioni generali delle aziende sanitarie e ospedaliere italiane, sia pur ancora molto bassa, registra però un aumento percentuale del 3,8% rispetto allo scorso anno. È quanto emerge dall’analisi condotta dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere sul management femminile nelle direzioni strategiche della sanità”. 

A livello regionale, in termini assoluti valutando le regioni con più aziende, al vertice della classifica dei direttori generali di sesso femminile si conferma il Lazio con 10 Dg su 19, seguito da Emilia-Romagna con 6 Dg su 14. 
La sanità del domani, se vorrà essere davvero efficiente e competitiva senza disperdere preziose risorse, dovrà valorizzare il punto di vista femminile, superando ad esempio le differenze di genere nelle retribuzioni, la “segregazione occupazionale” delle donne, promuovere la formazione delle giovani donne nelle materie STEM (science, technology, engineering and mathematics) e intervenire sull’organizzazione del sociale per evitare che il carico familiare ricada solo sulle donne.

Quello della sanità è un ambito particolarmente delicato, conclude la Professoressa Berardi, in cui è fondamentale essere vigili e continuare con convinzione il percorso verso un pieno riconoscimento delle specificità di genere, insieme a progettualità e azioni per migliorare la qualità della vita delle professioniste impegnate sul campo. Come Women for Oncology Italy siamo impegnate a 360 gradi affinché tutto questo diventi realtà

Batteri resistenti agli antibiotici: all’AOU Federico II di Napoli un percorso di stewardship antimicrobica che coinvolge tutti i professionisti

Napoli, 27 maggio 2022 – La resistenza agli antibiotici è una delle principali minacce alla salute globale e va considerata una pandemia, meno nota, ma non meno pericolosa di Covid-19. Si stima che sia associata al decesso di circa 5 milioni di persone all’anno nel mondo. Il nostro Paese vanta il triste primato europeo di decessi per antibiotico-resistenza. La regione Campania presenta tassi altissimi sia di ceppi resistenti che di consumo di antibiotici. Prescrivere un antibiotico inappropriato vuol dire, infatti, innescare resistenze che richiederanno l’uso di antibiotici sempre più potenti. Una delle risposte per uscire da questo circolo vizioso è la Stewardship antimicrobica (ASP), cioè il buon governo degli antibiotici. Dall’AOU Federico II di Napoli le buone pratiche per la lotta all’antibioticoresistenza e la gestione consapevole dell’antibioticoterapia. 
Di questa esperienza virtuosa si è parlato durante l’evento “NUOVI MODELLI DI GOVERNANCE OSPEDALIERA PER GLI ANTIBIOTICI INNOVATIVI “DA UN ACCESSO RAZIONATO A UN ACCESSO RAZIONALE E APPROPRIATO” con focus Campania, organizzato da Motore Sanità, con il contributo non condizionante di MENARINI. L’obiettivo dell’evento è la ricerca di un corretto e condiviso Place in therapy che rappresenti un uso ragionato e razionale degli antibiotici piuttosto che solamente razionato.

Nella AOU Federico II, la Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive, diretta dal Professor Ivan Gentile, coordina da alcuni anni un percorso di Stewardship antimicrobica (ASP) con approccio educazionale puntuale (cioè sul singolo paziente) che coinvolge diverse unità come Terapia Intensiva, Medicina Interna, Cardiologia e UTIC in team con Farmacia centralizzata, Microbiologia e Direzione Sanitaria e col sostegno del Direttore Generale, l’Avvocato Anna Iervolino. 
“Da molti anni – ha sottolineato Anna Iervolino, Direttore Generale dell’A.O.U. “Federico II” di Napoli – siamo impegnati nella lotta all’antibioticoresistenza e alla gestione consapevole dell’antibioticoterapia grazie all’impegno di un team multidisciplinare coordinato dagli infettivologi e composto anche da microbiologi, farmacisti, igienisti e staff di direzione sanitaria che, attraverso un programma di antimicrobial stewardship, vale a dire un’attività di audit e percorsi educazionali rivolti ai professionisti della salute, in particolare nell’area della terapia intensiva, della medicina interna, dell’UTIC e della cardiologia, stanno incidendo in maniera significativa sulla riduzione dell’uso di antibiotici. Il tavolo di lavoro di oggi coinvolge tutti gli attori che all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II stanno concretamente lavorando per ridurre l’impatto dell’antibioticoresistenza e sono certa che sia un’ottima occasione per condividere, anche con altre realtà regionali, le buone pratiche del nostro gruppo di lavoro”. 

Infatti, secondo Ivan Gentile, Direttore U.O.C. Malattie Infettive A.O.U. “Federico II” di Napoli, per uscire dal circolo vizioso dell’antibioticoresistenza, una delle risposte è la Stewardship antimicrobica (ASP), cioè il buon governo degli antibiotici. 
Il principio di base è usare l’antibiotico solo quando serve ed alla giusta dose e durata. Questo principio può essere declinato in vari modi, ma il cardine è la necessità di coordinamento da parte dell’infettivologo. Tra le azioni pratiche ricordiamo: ridurre la prescrizione e l’auto-assunzione di antibiotici non necessari, scegliere antibiotici a spettro ristretto, gestire la durata delle profilassi antibiotiche in chirurgia. La ASP crea un circolo virtuoso con riduzione delle prescrizioni antibiotiche, della durata di degenza (e quindi delle infezioni nosocomiali) e dei ceppi resistenti. In questo senso, l’uso dei nuovi antibiotici deve essere razionale e quindi inserito in percorsi di Stewardship che consentono la ottimizzazione delle molecole nell’ottica del singolo paziente (migliore esito) e della comunità (evitare resistenze)”.