“Solo potenziando la medicina territoriale sarà possibile rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale”

Innovazione del SSN

30 giugno 2021 – Il COVID-19 ha messo in evidenza tutti i limiti del nostro SSN, indubbiamente sotto finanziato, ma carente di programmazione, con una medicina del territorio mai decollata, ed un coordinamento centrale poco efficiente. La medicina territoriale è il fulcro per il rilancio del SSN ed i differenti modelli regionali vanno ripensati a partire dall’assistenza domiciliare. Per discutere di questi temi, esaminando i vari modelli regionali e individuare un progetto nazionale comune, Motore Sanità ha iniziato una Road Map nelle regioni italiane, FOCUS PIEMONTE: “Verso una costituente della medicina territoriale. Un cantiere nelle varie Regioni per un nuovo modello”, realizzata grazie al contributo incondizionato di NOVARTIS, SANOFI e TEVA. 

“Nella prima fase della pandemia la medicina territoriale ha dimostrato tutta la sua debolezza, con servizi obsoleti non sinergici non in rete con gli MMG, con organici ridotti e scarsa o nessuna informatizzazione. L’incessante lavoro di potenziamento e di informatizzazione, favorito anche con programmi di telemedicina, centrali operative, importante incremento numerico degli organici, partnership pubblico privato ha permesso alla città di posizionarsi quasi sempre come una delle aree Regionali a minor incidenza pandemica (nonostante i fenomeni di urbanizzazione favoriscano gli assembramenti) ed ha posto le basi per una strategica campagna vaccinale pianificata e costruita su hub di medio grandi dimensioni e di grande impatto tecnologico, evocativo operativo. Tutto questo patrimonio deve essere conservato e finalizzato a ricostruire in maniera permanente la macchina del territorio mantenendo le capacità operative raggiunte ed indirizzarle verso un modello che sappia prendere in carico il cittadino ed evitare per quanto possibile il ricorso agli accessi ospedalieri. Tutto questo è a portata di mano riconvertendo quanto costruito nell’emergenza implementando con le nuove progettazioni che saranno rese possibili con le risorse del PNR”, ha spiegato Carlo Picco, Direttore Generale ASL Città di Torino Regione Piemonte

“Vi sono chiare evidenze scientifiche che la Medicina Generale e le Cure Primarie migliorano la salute della popolazione, aiutano a prevenire le malattie e riducono la mortalità e, inoltre, si associano ad una distribuzione più equa della salute nella popolazione. L’epidemia in corso ha reso evidenti le carenze denunciate da tempo. La scelta che indichiamo è la strada di una sanità che investa nella realtà più vicina al cittadino, la sanità territoriale. La Medicina Generale è chiamata a svolgere un ruolo centrale attraverso una riorganizzazione territoriale che sposti il focus dall’ospedale al territorio. È la strada della sanità organizzata e proattiva, che deve essere coerente con la capacità di iniziativa dei professionisti, organizzati singolarmente ma disponibili alle organizzazioni più complesse, in grado di raggiungere obiettivi di salute collegati ad obiettivi concordati in sede di accordi convenzionali. La Medicina generale nel suo insieme, ove può avvalersi dell’ ausilio di figure professionali (collaboratore di studio e infermiere adeguatamente formati),della telemedicina, ove ha la possibilità di effettuare direttamente diagnostica di primo livello, è in grado di assicurare, attraverso il lavoro singolo e di squadra, sia la medicina di attesa che la medicina di iniziativa; è in grado di assicurare la diffusione della prevenzione e l’ erogazione delle cure di patologie croniche a un costo accettabile”, ha dichiarato Roberto Venesia, Segretario Regionale FIMMG

 

Ipercolesterolemia e rischio cardiovascolare: “La best practice della Regione Lombardia”

Di Malta

30 giugno 2021 – In Italia, ogni anno, per malattie cardiovascolari muoiono più 224.000 persone: di queste, circa 47.000 sono imputabili al mancato controllo del colesterolo. Il colesterolo, infatti, rappresenta uno tra i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, causando per il SSN un impatto clinico, organizzativo ed economico enorme (spesa sanitaria diretta ed indiretta quantificabile in circa 16 miliardi €/anno). Un problema sanitario che durante la recente pandemia non è andato certo migliorando grazie ai minori controlli, alle mancate diagnosi, alla perdita di aderenza terapeutica. Fortunatamente le terapie a disposizione risultano estremamente efficaci sia in prevenzione primaria che in prevenzione secondaria. Con lo scopo di creare un confronto multiprofessionale tra i massimi esperti sul tema, Motore Sanità ha realizzato il Webinar FOCUS LOMBARDIA “IPERCOLESTEROLEMIA E RISCHIO CARDIOVASCOLARE: TRA BISOGNI IRRISOLTI E NUOVE PROSPETTIVE DI CURA”, realizzato grazie al contributo incondizionato di Daiichi-Sankyo. 

“Le malattie cardio e cerebrovascolari sono ancora oggi nel mondo la prima causa di morte e di disabilità. La pandemia Covid-19 ha peggiorato questa situazione, è ora di ripartire! Dobbiamo assolutamente agire contro i principali fattori di rischio cardiovascolari e tra questi sicuramente l’ipercolesterolemia è uno dei più importanti. Dobbiamo trattare al meglio i nostri pazienti, ridurre il colesterolo LDL a valori a target per i pazienti. Ora abbiano diverse opportunità per poterlo fare, fondamentale è instaurare un’alleanza tra specialisti, medici di famiglia e pazienti per raggiungere questo ambizioso obiettivo”, ha dichiarato Stefano Carugo, Direttore UOC Cardiologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano

“La familiarità e/o l’arrivo da un evento cardiovascolare, anche grave, sommato spesso a concomitanza di patologie diverse ci fa capire che l’identificazione di questo paziente non è complicata ma la scelta della terapia per lui più corretta e l’aderenza alla stessa sono un’altra cosa. Il problema è soprattutto organizzativo e di presa in carico, in un continuum tra specialista ospedaliero/territoriale e MMG ancora spesso irrisolto. Fortunatamente le terapie in commercio oggi offrono potenti soluzioni, ma questo, come altri casi, necessita fortemente della riorganizzazione dell’assistenza territoriale, di prossima competenza del PNRR in aggiunta ad una presa di coscienza degli specialisti ospedalieri impegnati principalmente sulla fase acuta”, ha spiegato Davide Croce, Direttore Centro ’Economia e Management in Sanità e nel Sociale LIUC Business School, Castellanza (VA)