28 aprile 2021 – L’eHealth o “sanità elettronica” ha aperto a nuovi scenari che intrecciano medicina informatica,
sanità (pubblica e privata) e imprese con soluzioni applicabili all’intera gamma di funzioni del sistema sanitario
e alle nuove tecniche di interazione medico-paziente. Per una migliore gestione della salute del paziente sono
necessarie una riduzione del rischio clinico associato l’errore umano e una completa digitalizzazione dei
processi clinici per avere un formato unico e uniforme condivisibile tra i professionisti e le varie strutture.
Le soluzioni che lo consentono sono la digitalizzazione dei processi clinico ospedalieri (continuità
assistenziale, gestione della farmacoterapia e gestione dei processi di laboratorio) la configurazione della
cartella clinica elettronica (smart care system, assistenza domiciliare integrata, cure palliative) e progetti
per favorire lo scambio distanza di informazioni tra gli operatori sanitari.
Due esperienze sul territorio nazionale dimostrano come grazie all’introduzione del fascicolo sanitario
elettronico (FSE) in Emilia Romagna e della nuova cartella clinica elettronica presso il Policlinico
Universitario Campus Bio-Medico di Roma sia notevolmente cambiato il modo di erogare le prestazioni
sanitarie ai cittadini e di garantire la continuità di cura al paziente. I risultati sono entusiasmanti e potrebbero
essere replicati in altre regioni.
Di questo si è parlato in un nuovo incontro dell’Academy di alta formazione di Motore Sanità Tech dal titolo
‘I dati in Sanità e la Cartella Clinica Elettronica’ realizzato grazie al contributo incondizionato del Gruppo Lutech.
La best practice in Emilia Romagna è rappresentato dal Fascicolo sanitario elettronico. E i dati lo confermano.
Si è passati da avere pochi utenti a molti utenti, pari a 20 milioni di utenti SPID (un terzo degli utenti italiani).
Nell’ultimo trimestre, grazie a SPID, gli accessi al fascicolo sanitario elettronico sono stati 7,5 milioni da
circa 650mila utenti (mentre sono 2,5 milioni gli accessi in app da circa 250mila utenti). Per quanto riguarda gli
utenti che accedono attraverso sistemi di autenticazioni precedenti (che dovranno smettere di funzionare a
settembre 2021) sono stati 14milioni. Le donne accedono di più al fascicolo sanitario elettronico rispetto agli
uomini; il range di età è del 6% per la fascia entro i 24 anni, del 13% per la fascia 25-34 anni, del 19% per la
fascia 35-44 anni, del 25% per la fascia 45-54 anni, per poi riscendere nella fascia 55-64 anni al 19% e al 18 fra
gli over 65. Il provider Lepida sta crescendo di 50mila utenze al mese, dalle 10mila alle 15mila a settimana.
Il fascicolo sanitario elettronico inoltre contiene referti di laboratori, di radiologia, di specialistica e di pronto
soccorso; le lettere di dimissioni post ricovero, il bilancio di salute, la parte del certificato vaccinale, il certificato
medico sportivo agonistico, la parte delle prescrizioni specialistiche e delle prescrizioni farmaceutiche. Inoltre
contiene i piani terapeutici, i referti di percorsi interni ospedalieri, la parte del tesserino sanitario e delle
autocertificazioni, nonché comunicazioni mirate al cittadino per l’attivazione di alcuni percorsi (di screening),
lettere solleciti e buoni celiachia. E ancora: sono 800milioni i documenti indicizzati, le prenotazioni sono
cresciute enormemente: nell’ultimo periodo ne sono state registrate quasi 60mila. L’app Speed only
registra circa mezzo milione di download e accessi mensili pari a 2,5 milioni e 250mila utenti.
“Abbiamo usato il fascicolo sanitario elettronico come strumento per le prenotazioni vaccinali contro il Covid
e i dati emersi sono interessanti – ha snocciolato altri dati Gianluca Mazzini, Direttore Generale Lepida -:
con la campagna over 70, escludendo le farmacie come Hub di prenotazione, l’online ha battuto la somma fra
le prenotazioni telefoniche e quelle fatte tramite sportello. La campagna vaccinale over 65 ha confermato il
dato e ha mostrato un ulteriore aumento del 30-40%. Oggi stiamo ragionando se il fascicolo deve rimanere
solo sanitario o può diventare anche socio-sanitario”.
La nuova cartella clinica elettronica del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma è una
concreta testimonianza sull’implementazione di un progetto di digitalizzazione del dato ospedaliero, che
ha portato ad un miglioramento della qualità della documentazione clinica, riduzione del rischio,
integrazione dei processi clinici con quelli amministrativi e incremento del volume di
dematerializzazione. L’architettura applicativa alla base del nuovo sistema è basata su un approccio
modulare best-of-breed che prevede la presenza di un enterprise service bus centrale per le integrazioni
tra i diversi moduli.
“L’introduzione della nuova Cartella clinica elettronica è avvenuta ad ottobre 2020 e nell’ambito di un più
ampio e complesso percorso di evoluzione del Sistema informativo ospedaliero del Policlinico Universitario
Campus Bio-Medico, partito circa 6 anni fa – ha spiegato Marco Venditti, Responsabile Gestione Operativa
– Area Sistemi Informativi Policlinico Universitario Campus Bio-medico, Roma -. L’implementazione della
nuova Cartella ha rappresentato una importante opportunità per l’evoluzione dei processi in ambito clinico e
dei processi assistenziali e ha permesso di ottenere importanti risultati in sette mesi: una documentazione
clinica omogenea e conforme agli standard qualitativi JCI, grazie anche all’adozione di minimum data set
stabiliti dalla direzione clinica; la registrazione dei dati contestuale agli eventi clinici e più immediata
accessibilità ai dati clinici da parte di tutto il personale sanitario; nonché l’adozione pervasiva della firma
digitale ovvero tracciabilità completa della documentazione clinica; per il paziente, che ha disponibile tutta
la documentazione ambulatoriale tramite il portale paziente my-hospital; l’implementazione di un efficace
sistema di alert che fornisce indicazioni agli operatori sanitari sia sullo stato di compilazione della cartella
che sullo stato di salute del paziente con conseguente riduzione del rischio clinico e la corretta integrazione
tra CCE e gli altri moduli ha permesso di potenziare sia i processi clinici che quelli amministrativi”.
I prossimi passi riguarderanno l’implementazione del modulo di gestione della terapia e dei parametri
vitali e contestuale introduzione di un sistema di supporto alle decisioni cliniche; l’introduzione di un
modulo di raccolta e gestione di dati anonimizzati da utilizzare per la ricerca e i trial clinici. “I vantaggi
che ci si aspetta nel medio periodo riguardano il miglioramento nell’appropriatezza della documentazione
clinica di ricovero e dell’aderenza agli standard di qualità, il miglioramento nell’efficienza dei processi di
refertazione grazie alla più ampia disponibilità di dati storici strutturati e richiamabili e il miglioramento
generale della qualità delle cure anche grazie ad un uso strutturato di tecnologie a supporto delle
decisioni cliniche”.