COVID: VANNOZZI, GIÀ UN ANNO FA +30% POLMONITI ANOMALE

COVID VANNOZZI

Dichiarazione di David Vannozzi sul Covid al webinar Motore Sanità

”Se solo fosse stato possibile incrociare i dati a disposizione delle Regioni, probabilmente già nei mesi di settembre/ottobre 2019  avremmo potuto rilevare un incremento del 30% di polmoniti “anomale”. Questo significava far partire con cinque mesi di anticipo il contrasto al Covid e trovarci oggi in una situazione probabilmente diversa e migliore”: lo ha detto David Vannozzi, direttore generale di Cineca, nel suo intervento al webinar “Terapia e presa in carico domiciliare del paziente affetto da Covid-19” organizzato da Motore Sanità, con riferimento al ruolo e ai compiti che il consorzio Cineca è in grado di svolgere con il supercomputer europeo.

  “Con il progetto Exscalate4Covid abbiamo la concreta opportunità dimettere a fattore comune la conoscenza sviluppata nel mondo nell’opera di contrasto alla pandemia. Questa modalità cerchiamo di portarla su altri aspetti. Quanto dicevo sui dati a disposizione delle singole Regioni ma da nessuno mai incrociati è un esempio di quello che Cineca può fare, non solo contro il Covid-19. Ci sono dati di natura sanitaria o riguardanti i comportamenti dei cittadini, le loro abitudini sanitarie in fatto di medicina preventiva che sono stati resi inaccessibili, fino all’esplosione della pandemia. Oggi che quei dati, in forma chiaramente anonimizzata, sono disponibili possiamo ricavare informazioni utilissime su prevenzione e previsioni e cura della malattia. La sfida, come si può ben capire, è di natura tecnologico-giuridica. Al ministero della Salutec vengono trattate circa 25 milioni di cartelle cliniche, ogni cittadino genera circa 10 trattamenti terapeutici nel corso dell’anno, il che significa disporre di 250 milioni di dati, moltiplicati per cinque anni fanno 1 miliardo 250 milioni.

Come trattarli per ricavarne un quadro esauriente in termini di spesa e di trattamento ottimale delle patologie, di prevenzione e di profilassi?

A queste domande Cineca è in grado di dare le risposte grazie al supercomputer. Per dire: nel giro di un mese siamo riusciti, grazie al super-calcolo, a individuare 59 molecole potenzialmente in grado di contrastare il virus.

SISTEMA DI CURE AL TEMPO DEL COVID E NEL FUTURO, IL PUNTO DEL’ISS

SISTEMA DI CURE

Bertinato, ISS “L’assistenza territoriale deve guardare ai migliori modelli integrati sulle cure assistite  anche con l’ausilio della teleassistenza”.

Durante il webinar “Terapia e presa in carico domiciliare del paziente affetto da Covid-19”, organizzato da Motore Sanità il 20 Novembre, è intervenuto Luigi Bertinato, Segreteria Scientifica della Presidenza, Istituto Superiore di Sanità (ISS) facendo il punto sulla situazione attuale del sistema delle cure territoriali per il covid-19 e su come dovrà trasformarsi la sanità italiana dopo l’attuale pandemia.

“Le cure territoriali – afferma Bertinato – cambieranno certamente i loro modelli, alla fine della pandemia. Si dovrà tener conto del dibattito in corso sullo smart hospital e sul virtual hospital, ospedali cioè già in grado di fornire servizi da remoto a migliaia di pazienti in ospedali partner o a domicilio del paziente. Queste strutture sono prive di posti letto e pazienti ricoverati, ma sono in grado di fornire assistenza sanitaria h24, 7 giorni su 7. Però per riuscire a trasformare gli ospedali in smart-hospital sarà necessario anche un cambiamento radicale nel sistema di cure territoriali “Non sarà possibile – sottolinea l’esperto dell’ISS – attuare queste nuove forme di ospedale sugli attuali modelli di sanità territoriali italiani, stante il fatto che le dimissioni precoci o l’alternativa ai ricoveri impatteranno in misura importante sull’assistenza al di fuori dell’ospedale, sia quella domiciliare che nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie cosiddette intermedie e nelle RSA. Il cambiamento atteso non riguarderà solo i luoghi di cura ma anche la casa del paziente grazie al grande sviluppo della domotica”.

Ritornando alla situazione attuale, le RSA sono ancora un punto centrale del sistema territoriale che andrebbe rinforzato in particolare nella cultura del controllo delle infezioni. “L’ISS – sottolinea Bertinato – ha monitorato a fondo le RSA nella prima ondata dell’epidemia, evidenziandone delle criticità informative, a cui sono seguiti numerosi webinar di formazione per il personale sanitario e per gli OSS, a cui sono stati trasmessi appositi rapporti tecnici comprensivi di checklist per l’assistenza agli ospiti in sicurezza e video-tutorial”. L’ISS ha curato la pubblicazione di ulteriori rapporti tecnici, per il personale socio-sanitario, di aggiornamento epidemiologico e preventivo nel contesto della sorveglianza dell’epidemia di Covid-19.

Quali gli strumenti necessari per il sistema di cure territoriali?

“Le USCA si sono dimostrate – spiega Bertinato – uno strumento fondamentale per la presa in carico dei pazienti Covid. Un altro strumento fondamentale è il tele-monitoraggio, infatti le strutture sanitarie che avevano accesso al tele-monitoraggio hanno reagito meglio alla presa in carico dei loro pazienti”

Il territorio in soccorso della salute mentale degli italiani

“La pandemia ed il lockdown – aggiunge l’esperto – hanno influito negativamente sulla salute mentale degli italiani, aggravando non solo chi già viveva situazioni di fragilità ma ha influito negativamente anche a chi non soffriva di problematiche del genere. Il territorio sta svolgendo un ruolo fondamentale attraverso l’istituzione di linee telefoniche dedicate che a distanza riescono a dare conforto e supporto ai pazienti e ai cittadini fragili”

Quali le prospettive future per il territorio post-Covid?

“L’intero sistema di prevenzione e promozione della salute del territorio – conclude Bertinato – dovrà sostenere e controllare l’implementazione delle misure di prevenzione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei trasporti e negli altri luoghi pubblici. Sarà però necessario un coordinamento fra il livello centrale e i livelli regionali, e il corretto scambio dei dati, coinvolgendo tutti gli attori del sistema, compresi i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta e le comunità locali per individuare le loro esigenze e potenzialità nell’ambito di un nuovo paradigma di presa in carico ospedale-territorio sia reale che virtuale”.

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