Progetto Open Way in Regione Toscana: “Grazie al web è possibile realizzare PDTA condivisi con tutto il comparto sanitario regionale”

PDTA condivisi

14 Settembre 2020“Grazie al progetto OPENWAY professionisti, cittadini, decisori del SSR della Toscana potranno essere coinvolti in un processo innovativo per l’ideazione condivisa di strumenti e di servizi che possano rispondere maggiormente alle necessità del sistema. Questa modalità partecipata utilizzerà il massimo potenziale degli apporti, generando un complessivo miglioramento delle risposte e della percezione della dimensione ‘sistema’ e quindi della sua appartenenza.

Tradizionalmente i processi decisionali per lo sviluppo del cambiamento organizzativo o per la definizione di strumenti operativi quali percorsi diagnostici, protocolli, ecc. hanno seguito un percorso di sviluppo che prevedeva un numero più o meno limitato di soggetti coinvolti. In una parte dei casi, ma non sempre, la proposta definita da un gruppo ristretto viene sottoposta alla valutazione di una platea più ampia, ma sempre in una fase conclusiva nella quale il processo ideativo si è in gran parte già sviluppato.

Le motivazioni di questo approccio sono sia di tipo culturale legate ad una sorta di diffidenza atavica verso un coinvolgimento ampio, legata al timore che questo comporti rallentamenti e difficoltà nel raggiungere una posizione comune, ma anche ad una oggettiva complessità organizzativa. È però oramai ampiamente dimostrato che il processo creativo ed ideativo possono beneficiare moltissimo da una disponibilità più ampia di contributi che non solo possono fornire un numero maggiore di spunti, ma anche indicazioni su possibili vincoli o difficoltà nella applicazione in determinati contesti consentendone la valutazione e l’individuazione di possibili soluzioni e quindi facilitando la successiva attuazione.

Un altro aspetto sicuramente da tenere in considerazione è che quanto più ampio è il numero delle persone coinvolte minori saranno le resistenze nell’adozione della proposta in quanto essa sarà sentita maggiormente come propria e condivisa in origine. Con il progetto OPENWAY sviluppato in collaborazione con ARS e Motore Sanità è stata messa a disposizione del SSR una piattaforma innovativa di crowdsourcing che consente un ampio coinvolgimento per comunicare e produrre idee in modo trasparente e facile e che possano essere messe a valore nelle realtà operative di tutti i giorni.

L’obiettivo primario del portale è di connettere un numero ampio di soggetti nella creazione di quesiti che sono posti alla comunità coinvolta, sotto forma di challenge, che sono poi oggetto di proposte dai membri della comunità e che vengono valutate all’interno della stessa comunità ma anche potendo coinvolgere ulteriori soggetti.

I risultati che si possono ottenere con questo nuovo paradigma sono nettamente migliori di quelli ottenibili con qualunque progetto tradizionale che può contare, al massimo su qualche decina di persone contro le migliaia che possono potenzialmente venire messe a fattor comune dalla piattaforma di crowdsourcing e questo offre un’immensa opportunità per ripensare e reinventare i processi convenzionali”, ha dichiarato Maria Teresa Mechi, Responsabile Settore Qualità dei Servizi e Reti Cliniche della Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale, Regione Toscana 

“Uno dei primi filoni di attività avviato è il progetto PDTA 2.0 che permette lo sviluppo percorsi clinico assistenziali con la collaborazione di un numero elevato di stakeholder e l’engagement con i pazienti. L’iniziativa scaturisce dalla considerazione che in molti casi i PDTA prodotti a livello regionale nonostante l’impegno di risorse impiegate per la loro costruzione risultano poco o parzialmente applicati. Una delle possibili cause è una non adeguata condivisione su base allargata dei contenuti prima che questi vengano approvati. Per questo motivo il documento prodotto viene percepito più come ennesimo atto burocratico non condiviso con il front Office che ogni giorno sul campo incontra e cura i pazienti, piuttosto che come sistema che tende a portare innovazione ed efficienza nel processo di cura.

Si è così pensato di intraprendere una strada innovativa nelle modalità di costruzione e condivisione dei PDTA che prevede una maggiore diffusione del percorso prima del suo completamento, in modo da validare il percorso tracciato dal gruppo tecnico o ottenere idee per implementarlo in termini di efficienza ed applicabilità pratica, per sperimentarne poi a breve i risultati.

Motore Sanità ha scelto di seguire questo percorso mediante 3 eventi in cui descrivere: lo scenario attuale, la presentazione del modello Open Way, obiettivi e risultati attesi, modalità di attuazione e strumenti tecnici scelti per la sua realizzazione, presentazione di alcuni esempi applicativi del modello con lancio di alcuni “challenge” nel sistema ed infine presentazione dei risultati ottenuti.

In questa serie di eventi, in sede istituzionale presso ARS Toscana, è previsto un confronto aperto sulla validità del modello tra stakeholders istituzionali e referenti delle aziende produttrici di tecnologie (farmaci e device). Tutto ciò in ottica di dialogo trasparente tra le parti. Se il modello produrrà i risultati attesi potrebbero essere interessante pensare ad una possibile proposta di sua estensione ad altre regioni con una validazione nazionale”, ha concluso Mechi 

MOTORE SANITÀ ha organizzato l’Evento ‘PROGETTO PDTA: OPEN WAY SCENARIO 2.0’, realizzato grazie al contributo incondizionato di Alfasigma, Boehringer-Ingelheim, Allergan, Ipsen, Menarini, Roche, GSK, Sanofi e Takeda.

TELEMEDICINA e CRONICITÀ: “Impariamo dalla lezione che il Covid ci ha dato”

TELEMEDICINA e CRONICITÀ

Roma, 14 Settembre 2020 – Dopo anni che si parla di telemedicina, ora è il momento di fare un balzo in avanti. Già 8 anni fa la Commissione europea aveva preparato un piano strategico per abbattere le barriere all’utilizzo diffuso della telemedicina nei Sistemi Sanitari Europei ma, almeno in Italia, poco è stato fatto. Il Covid-19 ha fatto emergere il grave ritardo nella riforma dei servizi territoriali mostrando la necessità di spostare l’assistenza dei malati cronici dall’ospedale al territorio. L’uso della telemedicina è fondamentale per la prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e monitoraggio e bisogna ora considerare la telemedicina come parte integrante del percorso di cura.

Durante il webinar “CRONICITÀ E TELEMEDICINA. LA LEZIONE DI COVID-19”, realizzato da MOTORE SANITÀ, grazie al contributo incondizionato di Daiichi-Sankyo, esperti di tutta Italia si sono confrontati per porre le basi per rendere finalmente concreto l’utilizzo della telemedicina in Italia.

La telemedicina, cioè la prestazione di servizi di assistenza sanitaria mediante le tecnologie informatiche crea una rete telematica fra medico, infermiere, malato e caregiver. La sua diffusione nel contesto clinico ha fatto progressi limitati per molti anni. Oggi le problematiche connesse con COVID-19 hanno posto la telemedicina al centro dell’arena, per la sua capacità di raggiungere pazienti remoti colpiti da COVID-19, offrendo loro supporto, consulenze esperte, ospedalizzazione domiciliare.

Allo stesso tempo offre ai tanti pazienti fragili che devono eseguire controlli o adeguamenti terapeutici la possibilità di essere seguiti appropriatamente evitando spostamenti e il connesso rischio di contagio. COVID-19 ha colpito molto duramente il nostro mondo, ma certamente ha consentito che le possibilità connesse con la medicina digitale emergessero (finalmente!) in tutta la loro potenza operativa, consentendo anche in prospettiva una riformulazione di percorsi e processi di cura che tengano conto di tutto il supporto del digitale, ha dichiarato Gianfranco Gensini, Presidente Onorario della Società Italiana di Salute Digitale e Telemedicina 

“L’emergenza COVID-19 ha costretto pazienti e sanitari a utilizzare moltissimo le tecnologie digitali per improvvisare nuove modalità allo scopo di restare in contatto gli uni con gli altri anche a distanza. In Italia siamo passati da circa 450 esperienze in Telemedicina attivate nel SSN in quattro anni (dal 2014 alla fine del 2017), a un centinaio di nuovi servizi in tre mesi. In pratica abbiamo fatto in quei tre mesi quello che prima veniva fatto in un intero anno.

Tuttavia, l’improvvisazione utile in emergenza non può costituire il modello di riferimento per sviluppare un sistema di servizi in Telemedicina uniformi su tutto il territorio nazionale. La Telemedicina è Medicina e come tale va studiata, applicata e organizzata. In Telemedicina si compiono atti medici e attività assistenziali di cui i sanitari sono pienamente responsabili, anche se a distanza. Il fatto che un software o un dispositivo medico funzionino bene non garantisce affatto l’efficacia clinica e la sicurezza sanitaria della prestazione.

Questo perché non è il singolo oggetto che conta in tale valutazione, ma il modo in cui software e dispositivi digitali sono combinati tra loro all’interno di un’adeguata procedura medica. Con la Telemedicina si possono superare molti limiti dell’attuale sistema sanitario e si possono costruire migliori servizi ora e nuove terapie nel futuro. Occorre farlo senza ingenui entusiasmi, ma con seria ricerca medica”, ha detto Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali Istituto Superiore di Sanità

“La tecnologia di sanità digitale è di grande ausilio rispetto alla prossimalità delle cure, ma non deve essere considerata sostitutiva. Bisogna però fare chiarezza sulla classificazione di ciò che è dispositivo medico e ciò che non lo è, sia che parliamo di software o di device. Uno sforzo molto importante è quello di riprogettazione del flusso organizzativo, dovendo tener conto anche delle capacità dell’utente e non solo più dell’operatore.  Bisogna quindi tenere conto anche della formazione e alfabetizzazione, sia sull’utilizzo delle piattaforme informatiche come anche sull’utilizzo degli strumenti, sia lato operatore sanitario sia lato utente o caregiver dell’utente” – queste le parole di Giovanni Gorgoni, Direttore Generale AReSS Puglia