Coronavirus: gli aggiornamenti dalla Regione Piemonte

Coronavirus: gli aggiornamenti dalla Regione Piemonte 

FONTE: 28 febbraio 2020 – regione.piemonte.it

Venerdì 28 febbraio

Ore 12.15. L’aggiornamento dei casi. Sono risultate positive al test, esito che deve essere confermato dall’Istituto superiore di Sanità, altre cinque persone facenti parte del gruppo di astigiani ospitati in un hotel di Alassio dal 4 al 18 febbraio. Salgono quindi a 11 i casi riscontrati in Piemonte, di cui 1 confermato e 10 probabili. Di questi 11, 7 sono ospedalizzati non in terapia intensiva (1 a Torino, 3 ad Asti e 3 Novara) e 4 sono in isolamento fiduciario domiciliare.

Ore 12. Si sta organizzando il rientro in Piemonte degli astigiani ad Alassio. L’assessore regionale alla Sanità e il direttore del settore Elisoccorso 118 sono partiti questa mattina in elicottero per l’aeroporto di Albenga. Qui sono stati prelevati dal 118 della Liguria e portati ad Alassio, dove sono ospitati in un albergo i 32 astigiani esposti al contagio.

Da Alassio, una volta disponibili i risultati del test, sarà organizzato il rientro in Piemonte di tutti i corregionali, suddivisi in tre categorie: i negativi verranno posti in isolamento fiduciario domiciliare; i positivi asintomatici verranno posti in isolamento domiciliare; per i positivi sintomatici si valuterà se necessario un ricovero ospedaliero o se sarà sufficiente l’isolamento a domicilio.

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LIVE – CORONAVIRUS: SALGONO A 19 I CASI IN LIGURIA

LIVE – CORONAVIRUS: SALGONO A 19 I CASI IN LIGURIA 

FONTE: 28 febbraio 2020 – regione.liguria.it

Venerdì, 28 Febbraio 2020 00:00

Il Sistema sanitario regionale si prende cura di te, non avere paura

Se negli ultimi 14 giorni sei stato nelle aree oggetto di provvedimenti restrittivi da parte delle autorità sanitarie delle Regioni di pertinenza, nella aree della Cina interessate dall’epidemia o nelle altre aree del mondo di conclamato contagio o sei venuto a contatto con un caso confermato: CHIAMA IL 112NON RECARTI AL PRONTO SOCCORSO o negli ambulatori medici.

I decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri:

Le ordinanze per il contenimento:

Coronavirus. Nuovi criteri per il conteggio dei contagi: 282 quelli confermati dall’Iss

Coronavirus. Nuovi criteri per il conteggio dei contagi: 282 quelli confermati dall’Iss

I tamponi effettuati dalle regioni dovranno essere confermati dall’Istituto superiore di sanità prima di poter essere inclusi nell’elenco dei contagiati. Ad annunciarlo è l’agenzia DiRE che descrive come cambiano le modalità per il conteggio dei casi di coronavirus in Italia. I casi accertati dall’Iss erano 282, un dato inferiore a quello registrato attraverso i singoli tamponi dalle regioni, che questa mattina ha raggiunto il numero di 528 casi positivi. “Si sta lavorando affinche’ in Italia vengano comunicati per il Coronavirus solo i casi clinicamente evidenti, di pazienti in rianimazione e di morti, esattamente come avviene negli altri Paesi del mondo” – Lo ha annunciato Giuseppe Ippolito,  direttore scientifico dell’Istituto per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, in occasione di una conferenza stampa sul Coronavirus organizzata nella sede dell’Associazione Stampa Estera, alla quale hanno preso parte anche il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il direttore generale dello Spallanzani, Marta Branca.

I positivi e i tamponi fatti per qualsiasi altro motivo – ha aggiunto – andranno in una lista separata, come è stato fatto per il Giappone. Questo è estremamente importante per la definizione della situazione epidemiologica“. “Secondo i tamponi effettuati dalle regioni, sono 528 i casi positivi da coronavirus in Italia. I tamponi positivi inviati dalle Regioni all’Iss e tutti sono stati confermati dall’Istituto alla mezzanotte di ieri sono 282 – ha dichiarato Angelo Borrelli, capo della Protezione civile e commissario per l’emergenza in conferenza sul coronavirus – Il dato complessivo è di 14 deceduti, ma stiamo aspettando gli esiti Iss per avere un accertamento ufficiale. Una buona notizia – ha aggiunto – giunge dalla regione Lombardia che annuncia la guarigione di 37 persone”. Sui contagiati da coronavirus in Italia sono stati registrati “305 casi in Lombardia, 98 in Veneto, 97 in Emilia Romagna, 11 in Liguria, 3 nel Lazio e in Sicilia (con due guariti), 2 in Toscana, Campania, Piemonte, 1 nella provincia autonoma Bolzano e Abruzzo”.

Anaao-Assomed: il ‘Milleproroghe’ è legge, una vera boccata d’ossigeno per il SSN

Anaao-Assomed: il ‘Milleproroghe’ è legge, una vera boccata d’ossigeno per il SSN

 

Anticipare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro fin dal terzo anno del corso di formazione post lauream per tamponare la carenza di medici specialisti, specie in settori di front line (Pronto Soccorso e Terapie Intensive), ma anche per apportare ristoro al salario accessorio della dirigenza medica e sanitaria attraverso la restituzione della RIA (la Retribuzione Individuale di Anzianità), patrimonio storico delle sue risorse contrattuali: questo è il risultato, in breve, della conversione in legge del decreto ‘Milleproroghe’. Così si raggiunge un traguardo tenacemente voluto e perseguito dall’Anaao-Assomed e da altre organizzazioni sindacali per circa 10 anni. “La conversione in legge del decreto ‘Milleproroghe’ – commenta il segretario nazionale Anaao-Assomed, Carlo Palermo – porta una boccata di ossigeno al SSN, tanto necessaria quanto urgente nel frangente che stiamo attraversando”.

 

Un traguardo che non merita di finire in sordina a favore di rumorose quanto pretestuose polemiche seguite alla firma del CCNL 2016/2018 da parte di chi non ha saputo guardare alle prospettive aperte dalla conclusione del contratto. Migliorare i livelli retributivi garantisce la contrattazione futura delle giovani generazioni e contribuisce a frenare la fuga dagli ospedali, evitati dai giovani e abbandonati dai meno giovani, attratti i primi dalle sirene estere, i secondi da quelle del privato. Ci sarà tempo per commentare, e modificare in un prossimo veicolo legislativo, elementi negativi, come l’incredibile ‘svista’ che ha discriminato i dirigenti sanitari nei percorsi di stabilizzazione del precariato o le mancate modifiche all’inquadramento giuridico ed economico dei ricercatori, ancora ingabbiati nella famosa ‘Piramide’. O gli elementi discutibili, aggiunti in un tardivo assalto alla diligenza nel percorso di conversione legislativa, come i finanziamenti per le aziende Ospedaliere Universitarie, messi a carico del FSN al di fuori di una revisione complessiva dei loro rapporti con il SSN, che troppo spesso subisce passivamente le scelte autoreferenziali e deleterie del Miur e dell’Accademia.

 

Ora, anche per segnare il ritorno all’ordinario, è bene sottolineare la soddisfazione per i passi in avanti compiuti che rinforzano le dotazioni organiche e la dote economica a disposizione del prossimo rinnovo contrattuale, che auspichiamo possa iniziare in tempi stretti. L’esperienza di questi giorni dimostra la necessità e la funzione di un Servizio Sanitario Nazionale pubblico, ma occorre rendere attrattivo il lavoro ospedaliero, riducendo, e ristorando dal punto di vista economico, un disagio lavorativo non più strisciante. Una valorizzazione di quel capitale umano, costituito da medici, biologi, chimici, farmacisti e infermieri che in questi giorni difficili ha dato prova di responsabilità professionale, senso del dovere e abnegazione, elementi fondanti del lavoro in sanità. Ad essi, prima o poi, Regioni e Governo dovranno rendere il giusto merito.

Il Telelavoro in tempi di coronavirus, opportunità per la digital transformation

Il Telelavoro in tempi di coronavirus, opportunità per la digital transformation

È ‘smartworking’ la parola d’ordine di queste ore per le imprese che rischiano di rimanere ferme a causa dell’emergenza sanitaria per il nuovo Coronavirus. Molte aziende hanno potenziato le proprie infrastrutture per permettere al personale di raggiungere la propria rete in VPN. Nelle regioni più colpite dal contagio si cerca di limitare al massimo gli spostamenti e, mentre uno dei decreti attuativi del D.L. 23 febbraio 2020 n. 6 facilita l’adozione del telelavoro, è già massiccio in moltissime aziende il ricorso al lavoro agile. I vantaggi tangibili sono: traffico ridotto in città e sulle tangenziali con conseguente diminuzione degli agenti inquinanti. Di necessità, virtù: è questo il bilancio che ne segue, ma attenzione agli errori da non fare e ai consigli da seguire. “Questi giorni di blocco forzato potrebbero addirittura essere un acceleratore del cambiamento“, ne è convinto Alessio Vaccarezza, Ceo di Methodos Italia, società di consulenza specializzata nell’accompagnare le imprese nei processi di change management assieme a Digital Attitude e Accompany, due startup focalizzate sulla digital transformation.

Da tempo è in atto una trasformazioneculturale per quanto riguarda i modelli organizzativi sul lavoro e molte realtà, soprattutto le più grandi e internazionali, sono preparate ad affrontare la situazione che stiamo vivendo. – prosegue Vaccarezza –Chi è in ritardo nell’attuare piani strutturati di smartworking dovrà mettere in campo qualche sforzo in più, ma attrezzarsi in tempi brevi è possibile e, con alcuni accorgimenti, si può evitare di perdere produttività”.

Per attuare forme di lavoro agile in modo efficace, prevedendo i possibili intoppi e preparando dipendenti e management a lavorare in modo nuovo, Methodos ha stilato una serie di consigli rivolti sia ai lavoratori, che magari si trovano a fare smartworking per la prima volta nella vita, sia ai capi, che devono sperimentare nuovi metodi per organizzare, dirigere e valutare i propri dipendenti. “Delega e fiducia sono i concetti più importanti per chi ha un ruolo dirigenziale – spiega Giuseppe Geneletti, Head Smart Working di Methodos – Chiarire gli obiettivi, valorizzare i risultati raggiunti e responsabilizzare sono le azioni chiave per impostare un progetto di smartworking vincente. Occorre poi fare degli sforzi in più sul fronte della pianificazione e schedulare specifici momenti di confronto con le persone del team: meglio in video che con una semplice telefonata”.

Per i lavoratori, invece, la sfida è riprodurre a casa la forma mentis che si assume in ufficio. I consigli di Methodos sono cinque:

  1. Stabilire chiaramente gli orari. “È importante indicare i momenti di inizio e fine del lavoro – spiega Giuseppe Geneletti – Dedicare delle ore specifiche al lavoro facilita non solo la concentrazione, ma anche l’allineamento con gli altri interlocutori, che sanno in quali momenti siamo disponibili e pronti a rispondere”.

  2. Vestirsi come se si andasse in ufficio (o quasi). “Non è necessario essere iper-formali e in giacca e cravatta – commenta sempre Geneletti – ma passare dalla modalità ‘da casa’ a quella ‘da lavoro’ è molto importante per concentrarsi, e l’abbigliamento gioca la sua parte”.

  3. Fare delle pause e spostarsi. Se è fondamentale, anche a casa, avere la sensazione di “iniziare” la propria giornata, allo stesso modo, quando si prende una pausa, bisogna davvero staccare. “Per questo il consiglio è di allontanarsi fisicamente dallo spazio di lavoro – spiega l’esperto di Methodos – Fare un passo lontano dalla scrivania può aiutare a liberare la mente e ad avere maggiore attenzione al ritorno”.

  4. Organizzare gli spazi. Cioè avere una scrivania libera dal disordine, con file digitali e/o archivi cartacei facilmente individuabili e uno spazio adatto all’attività. «Sono elementi  importanti per aumentare la produttività e rimanere concentrati mentre si lavora ai vari progetti» sottolinea Geneletti.

  5. Staccare la spina dalla vita digitale. A casa, ancor più che in ufficio, le distrazioni di web e social sono in agguato. “Per sfruttare al meglio il tempo – spiega sempre Geneletti – è bene silenziare o bloccare alcune app, anche attraverso alcuni tool che ne limitano l’utilizzo”.

Un approfondimento ad hoc lo meriterebbero i cosiddetti ‘meeting digitali’, ovvero chiamate e videoconferenze, di cui nei prossimi giorni si farà grande uso. “Le tecnologie rendono le comunicazioni di una facilità impensabile rispetto a pochi anni fa, anche senza complicati apparati ma con gli strumenti che tutti hanno a casa. – commenta Giuseppe Geneletti – Non tutti però sono ancora abituati a rapportarsi in questo modo ed è necessario accogliere e coinvolgere nel modo giusto chi non usa quotidianamente questi strumenti”. Ecco quindi alcuni consigli utili:

Prima dei meeting digitali

  • Assicurarsi che tutti i partecipanti davvero rilevanti per la riuscita del meeting siano collegati/collegabili, altrimenti programmarlo in un altro momento

  • Condividere con anticipo un reminder dell’agenda, allegando obiettivi, temi e principali materiali che verranno discussi. «Ai partecipanti, parallelamente, si richiede di leggere e preparare i materiali» sottolinea Geneletti.

  • Chiedere a tutti i partecipanti di evitare le distrazioni (mail, sms, ecc.)

  • Non affrontare un numero eccessivo di argomenti

Durante chiamate e videoconferenze

  • Testare in anticipo il collegamento (il giorno prima se possibile con 1-2 partecipanti previsti).

  • Invitare tutti a fare un check di comunicazione se non si sono mai collegati da remoto per verificare la banda e la connettività.

  • Adattare il formato dei materiali (presentazione, video eventuali di supporto etc.) affinché siano compressi per ridurre la necessità di banda di trasmissione

  • Pianificare 10-15 minuti di tempo di “accoglienza” prima dell’inizio ufficiale della riunione in cui verificare da parte di tutti la qualità del collegamento audio-video a due vie.

  • Ricordare a tutti all’inizio della riunione le regole di ingaggio e di etichetta: “Cioè parlare uno alla volta e a due terzi della velocità ‘normale’ – puntualizza Geneletti –, dire sempre il proprio nome per assicurarsi che tutti sappiano chi sta parlando, scandire bene le parole formulando frasi più brevi e semplificate per ridurre la fatica da collegamento, e infine, quando si ha la necessità di scollegarsi, annunciarlo”.

  • Avere a disposizione un tecnico IT se possibile per effettuare una pronta risoluzione dei problemi durante la fase di accoglienza.