Salute mentale in Italia: “Necessaria visione a 360° a tutela degli oltre 850mila pazienti, servizi e terapie garantiti a macchia di leopardo”

Salute mentale in Italia: “Necessaria visione a 360° a tutela degli oltre 850mila pazienti, servizi e terapie garantiti a macchia di leopardo”

 

Dall’approvazione nel 2014 del documento di programmazione sui percorsi di cura per i pazienti affetti da disturbi mentali, c’è ancora molta strada da fare

di Redazione
Roma, 17 ottobre 2019 – Per affrontare i problemi legati ai disturbi mentali, in particolare alla qualità dell’offerta di cura nei sevizi italiani, Motore Sanità ha organizzato in Senato, con il contributo incondizionato di Angelini, il Convegno ‘EVOLUZIONE E FUTURO DELLA CURA DEI DISTURBI MENTALI’ che, vede il coinvolgendo di istituzioni, clinici e rappresentanti dei cittadini.
In Italia, i dati del rapporto sulla Salute Mentale del 2017 dicono che i pazienti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici siano oltre 850mila; di cui 336mila entrati in contatto con i servizi per la prima volta; le persone di sesso femminile rappresentano il 54% dei casi; il 68% dei pazienti sono al di sopra dei 45 anni. La spesa complessiva è stata di 4 miliardi di euro, di cui l’assistenza ambulatoriale ben il 47% del complessivo, il residenziale il 40% e il semiresidenziale il 13%. Il costo medio annuo per residente dell’assistenza psichiatrica, territoriale e ospedaliera, è pari a 78 euro. Il disturbo mentale deve essere considerato una malattia cronica a tutti gli effetti e non un problema, perché così facendo si rischiano tardiva diagnosi e bassa aderenza alla terapia. Le persone con psicopatologia non hanno colpe, devono essere considerate affette da patologia così come molti altri: bisognerebbe pensare a terapie croniche già in età giovanile, in modo da non dover rinunciare a vivere normalmente e a formare nuovi specialisti oltre che in accademia direttamente sul campo. “La psichiatria moderna è una scienza che sta vivendo una straordinaria rivoluzione teoretica, metodologica e scientifica. Come la medicina generale, che negli anni 50 con la scoperta del genoma ha rivoluzionato i confini del sapere medico, oggi la psichiatria con la scoperta del Connettoma, la rete neuro-biologica che collega tra di loro i centri cerebrali ed elabora il pensiero e le nostre azioni, costruisce una conoscenza ultrastrutturale del cervello ed inizia a spiegare i meccanismi più’ profondi delle malattie psichiche. Questo enorme cambiamento conoscitivo impone radicali cambiamenti nella metodologia e nella prassi della formazione dei nuovi psichiatri del terzo millennio. Infatti, i nuovi specialisti in formazione psichiatrica devono formarsi in una scuola inserita sia nel mondo accademico sia nel mondo del servizio sanitario nazionale, che comprende le nuove realtà ospedaliere e quelle territoriali”, ha detto Massimo Di Giannantonio, Copresidente Società Italiana di Psichiatria
“Il loro orizzonte mentale e la loro cultura devono essere aperti a tutte queste realtà, affinché possa esistere una rete di collaborazione tra tutti questi setting differenti, con il fine ultimo di assicurare una vera continuità assistenziale. La formazione dei nuovi specialisti deve dunque passare, con rigore metodologico, attraverso didatti universitari, ospedalieri e territoriali. Infine, Il nuovo specialista psichiatra deve sapersi muovere con agilità non solo negli ambiti della psicopatologia e della psicofarmacologia, ma anche della psicoterapia”, ha concluso Massimo Di Giannantonio Le cure e i servizi, pur avvicinandosi ai modelli individuati, purtroppo non sono garanti allo stesso modo su tutto il territorio nazionale: non è un problema economico, è che i soldi sono utilizzati in modo errato, l’impatto sulla gestione della patologia è il vero costo.
“I Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali sono garanzie di qualità delle cure perché riflettono gli standard più adeguati, per il trattamento dei disturbi mentali gravi e persistenti, ma le Regioni devono attrezzarsi per adeguare i servizi a quegli standard attraverso azioni progressive di avvicinamento ai modelli individuati. Bisogna aumentare le risorse disponibili per i Servizi di Salute Mentale ampiamente sotto finanziati rispetto allo standard atteso del 6% del fondo sanitario nazionale. Riformare l’organizzazione dipartimentale creando presupposti per una vera integrazione tra sevizi per l’adolescenza e quelli dell’adulto; oggi è necessario ridurre il tempo che intercorre tra la comparsa dei primi sintomi e l’inizio delle cure. La separazione dei servizi al 18° anno di vita è un vero ostacolo al raggiungimento di questo obiettivo. Formare professioni sanitarie specifiche per la Salute Mentale, sia medici attraverso rapporti più organici con Università e scuole di specializzazione che personale del comparto che arriva a lavorare nei Centri di Salute Mentale con un bagaglio di poche ore di in-formazione sui disturbi mentali e nessuna conoscenza tecnico pratica. Potenziare le infrastrutture, perché per applicare i PDTA è necessario avere standard numerici di riferimento che indichino quanta di quella strada di avvicinamento ai contenuti delle Linee Guida è stata percorsa e si è tradotta in offerta di servizi di qualità. Infine, il destino dei disturbi psichici dipende solo in una certa misura dai trattamenti terapeutici; è necessaria la collaborazione dei Dipartimenti di Salute Mentale con gli Enti Locali per favorire politiche di accesso al lavoro, per attuare il diritto all’abitare e spazi di vita che favoriscano piena integrazione delle persone con disturbi psichici nel tessuto umano e culturale della Comunità”, ha dichiarato Michele Sanza, Direttore Unità Operativa Servizio Dipendenze Patologiche, Azienda Unità Sanitaria Locale Romagna – Cesena “Occorre innanzitutto riportare l’attenzione sul grave sottofinanziamento che affligge da anni il settore della salute mentale: i dati più recenti indicano che la spesa media nazionale si attesta al 3,6% del fondo sanitario. Va tuttavia analizzata anche la composizione della spesa e la reale produzione di valore che gli investimenti determinano: parte significativa dei circa 2 miliardi di euro impegnati nella residenzialità psichiatrica potrebbero essere meglio utilizzati in progetti personalizzati sostenuti da budget individuale di salute, perseguendo obiettivi di autonomia e qualità di vita”, ha detto Fabrizio Starace, Presidente Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica

In vista della prossima legge di bilancio Governo e Regioni raggiungono l’accordo

In vista della prossima legge di bilancio Governo e Regioni raggiungono l’accordo

di Redazione

Roma. 18 Ottobre 2019 – In 9 punti i temi centrali per lo sviluppo ed il futuro delle Regioni “Accordo centrale ed importante fra Governo e Regioni in vista della prossima legge di bilancio e per la programmazione regionale. Un’intesa che coglie aspetti importanti di merito e che innova il metodo della concertazione istituzionale. Di questo do atto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, al Ministro della Salute, Roberto Speranza, al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e ai componenti dell’esecutivo interessati”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, che ha voluto sottolineare anche l’opera di mediazione portata avanti insieme al Sottosegretario di Stato per l’Economia e le Finanze, Antonio Misiani. “L’accordo – ha concluso Bonaccini – riguarda 9 temi centrali per lo sviluppo dei territori e per il futuro delle istituzioni regionali”. I temi inclusi nell’accordo sono i seguenti:


1 Salvaguardia dei trasferimenti in favore delle Regioni a partire dalle Politiche sociali e dal TPL, come da tabella allegata.

2 Tutela dell’incremento delle risorse già previsto dalla legge 30 dicembre 2018, n.145 del fabbisogno sanitario nazionale per gli anni 2020 (con un incremento di 2 miliardi) e 2021 e conseguente differimento del termine di cui all’articolo 1, comma 515, della legge n. 145 del 2018 dal 31 marzo 2019 al 31 dicembre 2019 per la stipula del Patto della salute.

3 Incremento di 2 miliardi del livello delle risorse destinate agli interventi di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico di cui all’articolo 20 della legge n. 67 del 1988

4 Anticipo al 2020 degli effetti delle sentenze della Corte costituzionale n. 247/2017 e n. 101/2018 in materia di pieno utilizzo dell’avanzo di amministrazione e del fondo pluriennale vincolato di entrata e di spesa questo consentirà di sbloccare una serie significativa di investimenti sul territorio (oltre 800 milioni).

5 Attuazione dei meccanismi di finanziamento delle funzioni regionali, come disciplinati dal decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68, rinviati all’anno 2021.

6 Entrata in vigore dall’anno 2021 della disciplina dei meccanismi di riparto del fondo per il finanziamento del trasporto pubblico locale.

7 Adeguamento delle priorità di investimento secondo gli obiettivi indicati dalla nota di aggiornamento al DEF 2019, con particolare riguardo al green new deal.

8 Istituzione di un Tavolo Stato, Regioni ed Enti locali, al fine di accelerare gli investimenti nazionali e comunitari, anche attraverso la definizione di procedure di semplificazione.

9 Individuazione di possibili soluzioni per consentire la riduzione degli oneri del debito in modo da liberare risorse in favore della crescita sostenibile e degli investimenti.  “Siamo di fronte ad una giornata molto importante per la sanità italiana perché l’insieme delle misure contenute in questo accordo – unitamente a quelle decise oggi, sempre in Conferenza Stato-Regioni, sul payback farmaceutico – assicura una quantità di risorse come da tempo non accadeva, fondi che – conclude Bonaccini – saranno a disposizione per investimenti e servizi ai cittadini”.


Un tassello importante di questa intesa, come ha sottolineato Bonaccini, è stato sicuramente aver dato il via libera al decreto con il quale vengono ripartite tra le Regioni le risorse versate dalle aziende farmaceutiche per il ripiano dello sfondamento della spesa farmaceutica per gli anni 2013-2017, già disponibili in un apposito capitolo di bilancio del ministero dell’Economia. “Si tratta di più di 1.650 milioni di euro. E siamo già al lavoro per definire il payback farmaceutico relativo al 2018”, ha dichiarato il Presidente delle Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini. “Il decreto si è sbloccato – ha spiegato Donato Toma (Presidente del Molise che oggi ha presieduto la Conferenza delle Regioni) – grazie al lavoro di confronto costante delle Regioni, del Governo e della rappresentanza delle aziende farmaceutiche. Si tratta di una cifra importante per i bilanci regionali e per il servizio sanitario”.

9a edizione Bandi Gilead: scienza solidarietà per migliorare la qualità di vita del paziente

9a edizione Bandi Gilead: scienza solidarietà per migliorare la qualità di vita del paziente

di Redazione

Roma. 18 Ottobre 2019 – L’innovazione digitale è entrata nella vita dei pazienti ed è destinata a rimanervi, cambiando radicalmente la gestione della malattia e il rapporto medico paziente. E’ il caso dei pazienti oncologici. Unosu 3 utilizza almeno una app dedicata alla salute ma circa 7 su 10 le ritengono strumenti utili per capire il proprio stato di salute e migliorare l’aderenza al trattamento. Sei su 10 utilizzano strumenti avanzati di comunicazione nel rapporto con il medico (WhatsApp e mail in testa). Internet è un punto di riferimento per 3 malati su 4 e Google è lo strumento più utilizzato per la ricerca di informazioni ma sono poi i siti web istituzionali e le online communities a riscuotere maggior affidabilità. Molto meno credito hanno social network e YouTube. E i medici? Non sembrano governare questo fenomeno: appena il 5% dei pazienti ha ricevuto dal proprio oncologo un consiglio su dove approfondire tematiche legate alla propria salute e il 3% suggerimenti sulle app. Sono alcuni dei risultati emersi dall’indagine realizzata dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano su un campione di 537 pazienti oncologici coinvolti attraverso Aimac (Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici), una delle organizzazioni più importanti in italia.

Condotta allo scopo di comprendere l’impatto dell’innovazione digitale sulla gestione della malattia oncologica, la ricerca, la prima in Italia svolta direttamente su pazienti oncologici, è stata presentata oggi a Milano in occasione della Cerimonia di Premiazione dell’Edizione 2019 dei 2 bandi di concorso che da 9 anni Gilead Sciences promuove in Italia nell’ambito delle malattie infettive, epatiche e onco-ematologiche. Due iniziative – Fellowship Program e Community Award – il cui scopo è di riconoscere e sostenere-le eccellenze italiane nell’ambito della ricerca scientifica e delle Associazioni pazienti, promuovendo l’innovazione medico-scientifica e socio-assistenziale. Il Fellowship Program, alla 9a edizione, è il bando rivolto alle ricercatrici e ai ricercatoridel nostro Paese. Seleziona e premia le migliori e più innovative progettualità in ambito medico-scientifico che dimostrino ricadute positive su qualità di vita, outcome clinici e assistenza terapeutica del paziente. La selezione dei progetti è affidata ad una commissione indipendente.

Alle Associazioni pazienti è invece dedicato il Community Award Program, attivo dal 2012. Un’iniziativa unica in Italia con con cui Gilead, anche in questo caso grazie ad esperti indipendenti, seleziona e sostiene la realizzazione di progetti e iniziative innovative a utilità diffusa che impattino positivamente sulla qualità di vita del paziente. In nove anni i due Bandi hanno consentito la realizzazione di oltre 400 progetti grazie a un finanziamento di oltre 10 milioni di euro. 53 sono i progetti vincitori all’edizione 2019 – 18 associazioni e 35 tra ricercatrici e ricercatori – a cui sono stati destinati più di un milione e mezzo di euro. I premi speciali per l’etica, dedicati all’infettivologo “Mauro Moroni”, caratterizzano in modo unico i due bandi: oltre 20 riconoscimenti in nove anni ai progetti che meglio hanno saputo gestire problematiche di natura etico-giuridica tra cui il trattamento dei dati personali, il coinvolgimento di minorenni o la discriminazione di genere tra il personale di ricerca.

Non posso nascondere l’orgoglio per il sostegno e la collaborazione che da nove anni Gilead,attraverso i due Bandi, riserva alla ricerca e alle associazioni del nostro Paese – sottolinea Valentino Confalone, Vice President e General Manager di Gilead Italia – Condividiamo tutti uno stesso obiettivo, quello di migliorare la qualità di vita e la salute dei pazienti. Per raggiungerlo crediamo che non vi sia altra strada se non quella dell’innovazione. Noi ci impegniamo in quella terapeutica ma attraverso i due bandi vogliamo promuovere anche quella che sostiene l’ambito medico-scientifico, sociale e assistenziale”. Ad oggi i progetti realizzati grazie ai due Bandi hanno consentito significativi risultati nei rispettivi ambiti. Il Fellowship ha reso disponibili nuove evidenze scientifiche con concrete applicazioni nella pratica clinica e frequenti pubblicazioni e presentazioni a congressi. I progetti del Community si sono concretizzati in iniziative originali,spesso metodologicamente innovative, finalizzate all’educazione, alla formazione e all’assistenza del paziente e del caregiver .L’innovazione digitale ha spesso fatto da trait- d’union per entrambi i bandi: molti i progetti che hanno generato tools digitali, da App per la gestione della malattia a chat bot per la comunicazione medico paziente a programmi di intelligenza artificialeper supportare il lavoro della ricerca clinica.